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Rete ferroviaria abruzzese, il 76,5% è a binario unico

Pescara. ‘La tragedia pugliese ha acceso un faro sulla arretratezza del sistema ferroviario della parte meridionale del Paese, in cui l’Abruzzo è storicamente collocato.

Io aggiungerei anche della parte orientale, adriatica dell’Italia che non ha un sistema infrastrutturale nè un’offerta di treni lontanamente paragonabile a quelle della linea tirrenica ( Milano-Bologna-Firenze-Roma, Napoli-Salerno) e padana ( Torino-Milano-Verona-Venezia).

Sulla linea adriatica di cui è parte importante l’Abruzzo con il grande nodo di Pescara, non c’è l’alta velocità; le frecce rosse, solo recentemente istituite, sono poche e con orari scomodi e non appropriati, le frecce bianche sono insufficienti, i treni notturni sono stati assurdamente ridimensionati, la politica tariffaria penalizza fortemente gli utenti abruzzesi e adriatici al punto tale che si viaggia con biglietti più cari di quelli riservati all’alta velocità nella linea tirrenica’.

La denuncia arriva dal deputato Gianni Melilla. 

‘L’ Abruzzo spicca nella sua negatività: dei suoi 401 kilometri di rete ferroviaria (appena 39,3 km ogni centomila abitanti ), ben il 76,5% é a binario unico; solo il 23,5% è a doppio binario; il 39,3% della linea non è neanche elettrificato.

I treni che si utilizzano sono tra i più vecchi in dotazione in Italia, in particolare quelli dedicati al trasporto pubblico locale ( cioè ai pendolari lavoratori e studenti) spesso sono sporchi, non dispongono di climatizzazione, frequentemente hanno guasti, non hanno servizi igienici accettabili, non forniscono servizi di bar o ristorazione.
Soprattutto nelle linee interne da PESCARA verso Sulmona Avezzano Roma, verso Teramo, verso Vasto e Lanciano o da SULMONA verso L’Aquila, o da AVEZZANO verso Roccasecca, l’offerta di treni è in costante calo e il servizio è semplicemente indecente.

Sono state tagliate relazioni storiche come la Pescara NAPOLI via Sulmona che era in passato una delle grandi trasversali appenniniche Adriatico-Tirreno, in vita per tutto il novecento. E a cascata è stato abolito il sub-collegamento tra Sulmona-Roccaraso- Castel di Sangro- Carpinone che garantiva la relazione storica tra Abruzzo e Molise , un tempo una unica regione’, insiste Melilla.

‘Naturalmente questi tagli sono stati coperti dalla proliferazione di collegamenti via gomma da parte soprattutto di aziende private.

La Pescara Roma è una prova illuminante della insipienza di Trenitalia, questa relazione , con i nuovi orari di Trenitalia,ha aumentato i tempi di percorrenza a quasi 4 ore, praticamente quasi un’ora di tempo in più rispetto ai vecchi “rapidi” che fermavano solo a Chieti Sulmona Avezzano e Tivoli e peraltro ti portavano alla stazione Termini, in pieno centro di Roma e non come succede ora alla stazione Tiburtina ( da dove ti occorre almeno un’altra mezz’ora per raggiungere il centro di Roma).

Ora invece la Pescara Roma , per scelta scellerata di Trenitalia, ferma in decine di piccole stazioni abruzzesi e soprattutto del Lazio, mentre i pullman privati hanno tutti istituito corse dirette Pescara Roma senza nessuna fermata intermedia che in 2 ore e 15 minuti ti lasciano alla stazione Tiburtina.

Questa insipienza di Trenitalia è intollerabile, perché produce danni non solo ai cittadini, ma anche al bilancio dello Stato, alla salute della azienda pubblica ferroviaria, all’ambiente e all’economia abruzzese.
Ci sono iniziative lodevoli della Regione Abruzzo che certamente non sottovaluto, ma siamo molto lontani da quello che sarebbe necessario.

L’Abruzzo deve sollevarsi socialmente e politicamente.
Le istituzioni devono rovesciare il tavolo delle trattative defatiganti con Trenitalia e assumere iniziative clamorose per salvare il futuro del sistema ferroviario abruzzese che così com’è, è destinato alla sicura morte per consunzione.

Infine città come Pescara, Sulmona e Avezzano che hanno una grande storia legata allo sviluppo delle ferrovie devono porsi il problema di come la spoliazione continua di depositi, officine, uffici abbia dato un colpo serio all’occupazione e all’economia del capoluogo adriatico e dell’Abruzzo interno’, conclude il deputato.