L’anno difficile dell’Abruzzo. Gianni Chiodi confida nel 2011 e avverte: “pronto a farmi da parte se il bilancio non passa”

gianni_chiodi“E’ il secondo anno che trascorriamo le festività natalizie insieme. Oggi ci conosciamo molto meglio rispetto ad un anno fa. Vorrei condividere con voi qualche riflessione sul difficile periodo che abbiamo vissuto e su quello che ci attende. Mi auguro possa essere migliore anche grazie ai sacrifici fatti da ognuno. La fine dell’anno è per tutti noi momento di speranza, di proponimenti e di riflessione”. A parlare è il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, nel suo messaggio di fine anno, questa mattina a palazzo Silone a L’Aquila.

“Solitamente” ha detto “il mese di dicembre è dedicato ai consuntivi, ai bilanci politici, ma, pur rinviando l’elenco dei numeri ad altra data, cioè a fine gennaio quando avremo compiuto due anni di governo, sento comunque la necessità di farvi partecipi dell’impegno che io, personalmente, come Presidente della Regione Abruzzo, l’intero Esecutivo e tutto il gruppo consiliare di maggioranza, abbiamo profuso per cercare di rispondere in maniera adeguata alle istanze di una comunità nella quale ingiustificati privilegi di pochi si traducevano in un danno per molti. E’ stato un anno difficile! La crisi economica internazionale, la Ricostruzione post-terremoto e i tanti problemi connessi a ciò, hanno catalizzato gran parte della nostre energie; abbiamo condiviso difficoltà, problemi, sofferenze ancora purtroppo legate alla crisi e al terremoto, ma anche speranze e successi che a volte, però, hanno rischiato di perdersi negli sterili meandri della polemica politica”. Nonostante questo, secondo il governatore, “siamo riusciti a raggiungere obiettivi importanti e a portare avanti quanto programmato. Sembrava, per la verità, di essere riusciti a riemergere dal baratro in cui eravamo precipitati quando nel corso di questo anno si è presentato un nuovo buco nel sistema sanità, colpo di coda di una cattiva gestione del passato. Abbiamo risposto, cosa importante, schivando quel pesante inasprimento fiscale dell’Irpef e dell’Irap che temevamo di dover attuare, ma che noi riusciremo a scongiurare se entro il 31 dicembre il Consiglio regionale avrà approvato la Legge Finanziaria e di Bilancio 2011. Sarà la Legge di Bilancio più importante nella storia della Regione e non esistono alternative alla sua approvazione entro fine anno. Se ciò non dovesse accadere, se dovessero riproporsi i giochetti tipici della cosiddetta politica politicante, vorrà dire che l’Abruzzo è privo di una classe dirigente politica responsabile ed io sarò il primo a trarne le conseguenze affinché gli abruzzesi possano eleggerne una che lo sia.
Insomma, abbiamo dovuto pensare più a riparare i danni del passato che ad investire in sviluppo e ricerca come invece avremmo voluto”.

Anche nel 2010, posso assicurare, ho cercato di essere vicino a tutti, senza dimenticare nessuno. Ho ascoltato e mi sono confrontato con ogni espressione della società civile. Non è stato semplice conciliare la volontà del cuore di fare per ogni singolo abruzzese, con la razionalità del cervello che mi sbatteva di fronte casse vuote di soldi ma piene di cambiali. Ed ho compreso che il miglior modo di sentire il mio cuore fosse quello di fare un bene più alto che salvaguardasse ogni singolo, ed ho fatto della battaglia ai privilegi il mio scopo ideale. Credo fermamente che i giovani meritino un sistema diverso, una pari opportunità per tutti, ove ci sia posto solo per i meriti e non per i privilegi. Questo ideale, mi ha condotto a prendere delle decisioni impopolari, criticate magari perché non comprese, e spesso mi sono dunque trovato da solo. Ma un uomo non è mai solo quando ha la forza del suo ideale e sono certo che l’anno che verrà mi porterà qualche piccolo riconoscimento. Certo, il sistema non cambierà in un solo anno ma come disse Schuman l’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto; bene, da quello che stiamo facendo mi auguro possa sorgere un nuovo sistema e ciò sarà la cosa più grande che avremo realizzato per l’Abruzzo e per la dignità della sua classe politica”.

Oggi il mio pensiero va, prima di tutto, a coloro che soffrono per la solitudine, per la povertà, per chi è senza lavoro e chi ancora porta i segni indelebili del sisma come, più di tutti, i familiari delle vittime. A dire il vero ho nella mente tanti altri pensieri, propositi, preoccupazioni che vorrei esprimervi a conclusione di questo anno. Con questo spirito, un mio speciale augurio va ai cassintegrati, ai giovani affinché non perdano mai la speranza di costruirsi un futuro lavorativo per realizzare le loro capacità, un lavoro che li appassioni e che desiderino fare bene. A queste persone voglio dire che sono al loro fianco, e lo sarò sempre, tutti dovranno avere le stesse chance a prescindere dal ceto sociale. Non dovranno vedersi scavalcati da privilegiati ma da coloro che si saranno impegnati di più di loro. Lavorare di più, studiare di più, impegnarsi di più, questa è la parola d’ordine per entrare nel futuro della società di domani ed è per questo che dovrò farlo anch’io, più di quanto abbia fatto in questi due anni: ancora una volta non avrò orari, ancora una volta non ci saranno giorni festivi, ancora una volta chiederò scusa alla mia famiglia, alle mie figlie che saranno comprensive nell’accettarmi nel mio attuale ruolo che comporta il dovere di essere d’esempio. C’è una piena di sentimenti nel mio animo, mentre vi sto scrivendo. Voi soprattutto, cari giovani dovete aver fiducia: esistono tutte le condizioni. Siamo sulla strada giusta: il debito degli Abruzzesi diminuisce; cresce la produzione industriale, cresce il fatturato delle imprese, crescono le esportazioni dell’Abruzzo. Nel secondo semestre del 2011 inizierà a diminuire la disoccupazione. Dico sempre che l’Abruzzo sarà quello che noi sapremo essere come comunità. Una comunità che difende i diritti ma non i privilegi spacciati per diritti, che sa che a ogni diritto corrisponde un correlato dovere, che è pronta a fare sacrifici per il futuro dei propri figli, che crede nel merito, nelle regole e che tutti debbano avere le stesse chance di partenza. Una comunità, insomma, dove l’umanità è apprezzata più della furbizia. Ed è proprio così. La mia esperienza di Sindaco prima e di Presidente di Regione poi, mi ha insegnato una cosa in particolare: prima pensavo che la politica non avesse nulla a che fare con le emozioni personali; immaginavo che un uomo forte dovesse dissimularle. Poi ho capito che forteè chi appare nella sua verità. Ho capito che l’umanità è una forza, non una debolezza. Ed è la forza anche di una comunità e di un popolo. In chiusura di questo mio saluto permettetemi di attribuire un doveroso riconoscimento all’intero Esecutivo e al Consiglio regionale. L’opinione pubblica può pensare che i politici di oggi siano persone meno integre di quelli di una volta. Stupidaggini: la differenza è che l’esame è più impietoso e la trasparenza che ci si aspetta è di natura completamente diversa. Io dico, invece, che assessori e consiglieri possono andare fieri, perchè insieme abbiamo avviato grandi cambiamenti, sia politici sia culturali, dando una svolta al modo in cui la Regione era governata. In questi ultimi giorni dell’anno, dunque, sospesi tra il vecchio e il nuovo, vi giunga l’augurio di un Felice 2011 con l’invito a guardare con fiducia, con più fiducia, al nuovo anno che verrà. Auguri a tutti voi!”

Il commento di Carlo Costantini, capogruppo IdV Regione Abruzzo. “E’ il secondo Natale che trascorriamo insieme. Inizia con un refuso, forse il cinquecentesimo nei soli ultimi mesi, l’intervento di oggi di Chiodi che, terrorizzato dall’idea che l’inesorabile trascorrere del tempo possa sottrargli progressivamente potenziali colpevoli, ha dimenticato di essere stato eletto il 15 dicembre 2008 e che, di conseguenza, questo è il suo terzo natale da Presidente. E poi via con l’ennesima serie di bugie invereconde. Dalla autoesaltazione per la riferita assunzione di scelte impopolari, fino all’affermazione che i piccoli ospedali chiusi costituivano una sorta di Titanic che assorbiva tutte le risorse. Chiodi per poter rappresentare tutto quello che ha detto, ha dovuto ripassare a memoria gli ultimi due anni, per poi dire alla virgola l’esatto contrario. Non una scelta coraggiosa, al di fuori di quelle che hanno mandato a casa migliaia di precari e di lavoratori, che vergognosamente ha rivendicato come atto di coraggio. Le società pubbliche nei trasporti rimaste le stesse, con gli stessi costi e gli stessi sprechi. Le assunzioni clientelari al loro interno, come e più di prima. La progressiva privatizzazione dei servizi all’interno delle ASL, con costi maggiori rispetto a quelli delle gestioni dirette e con centinaia di lavoratori e precari mandati a casa. Il merito nella organizzazione della macchina amministrativa cancellato completamente, con tutti i dirigenti premiati con il massimo delle indennità. Dopo il terremoto e la sanità, una imminente emergenza anche nel settore dei rifiuti, con una inchiesta giudiziaria che ne ha rivelato le intrinseche ragioni. Due Assessori messi fuori gioco dalle inchieste della Magistratura. Due tra i sette fiumi piu luridi in Italia, vero primato per una Regione che si candida al ruolo di Regione verde d’Europa. Una Regione che invece di trasformarsi in ente di programmazione, è sempre più un ente di gestione, attaccata alla conservazione di pezzi di potere funzionali solo alla perpetuazione degli errori e delle cattive gestioni del passato. Oltre 1.000 lavoratori mandati a casa senza pietà (scuola, ASL, Abruzzo Engineering, precari della Regione e degli Enti strumentali ed altro ancora) sacrificati sull’altare di un riformismo all’incontrario, che lascia intatti sprechi ed inefficienze e li fa pagare ai lavoratori ed alle piccole imprese. Tre bilanci predisposti ed approvati all’ultimo momento e, come tali, privi di un’anima ed una prospettiva: il primo perché era stato appena eletto; il secondo per colpa del terremoto; ed anche il terzo da approvare a scatola chiusa, perché chi non lo consente dovrà prendersi la colpa delle tasse che aumenterebbero. Per noi dell’Italia dei Valori Chiodi, che prima di oggi avrebbe dovuto già vergognarsi per quello che non ha fatto per l’Abruzzo, da oggi dovrà vergognarsi anche per quello che ha avuto il coraggio di dire agli abruzzesi”.

Il commento del Consigliere Regionale del Partito di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo. “Chiodi avrebbe fatto bene a risparmiarci il pistolotto di fine anno con annesse minacce di dimissioni. Quando noi denunciavamo lo scandalo della sanità e la voragine che stava producendo, Chiodi prendeva consulenze dalla ASL di Pescara. Nulla di nuovo sotto il cielo, fuochi di artificio a cui ci aveva già abituati il suo predecessore Del Turco. Una cosa è evidente: Chiodi non sta minacciando l’opposizione, ma la sua maggioranza impegnata da mesi in un confronto sotterraneo su questioni che a noi profani è impossibile decifrare. Sono francamente preoccupato per la tenuta psicologica del presidente che a forza di proclamarla si è autoconvinto di essere protagonista di una rivoluzione in Abruzzo di cui non si è accorto nessuno. In questo nulla programmatico che avvolge le classi dirigenti abruzzesi Chiodi deve immaginarsi come una sorta di cavaliere di altri tempi che con la sua spada taglia e riforma la nostra Regione. Ormai si tratta di un caso evidente di autosuggestione: in realtà questa maggioranza ha un deficit programmatico e progettuale che viene occultato dalla dura realtà dei conti. Domani in Consiglio presenteremo una lunga serie di emendamenti contenenti misure di riforma concrete e fattibili sulle quali misureremo per l’ennesima volta la disponibilità di Chiodi a passare dalle parole ai fatti”.

Il commento di Cesare D’Alessandro, vice capogruppo regionale IdV. “Chiodi si vuole dimettere se non passa il bilancio? Lo faccia a prescindere. L’Abruzzo, gli abruzzesi, i disoccupati, gli anziani, i giovani che invecchieranno senza mai lavorare gli renderanno merito a lungo. Si dimetta a prescindere dalla sua giunta monca da oltre sei mesi, a prescindere dalla ricostruzione dell’Aquila che non parte, a prescindere dai 7 ospedali che ha chiuso, a prescindere dalle tasse più alte d’Italia che ci fa pagare, a prescindere dalle decisioni della magistratura sui rifiuti, a prescindere dalle riforme sempre annunciate e mai fatte, a prescindere dai servizi che i disabili non hanno più, a prescindere dai malati oncologici senza più un euro di aiuto, a prescindere dalla scuola fatta a pezzi dal suo governo, a prescindere dalle migliaia di aziende chiuse, a prescindere dalla enormità di un debito regionale, a prescindere dalla povertà in cui precipitano le famiglie abruzzesi. Si faccia un approfondito esame di coscienza e restituisca sul serio la parola agli elettori”.

 

    Impostazioni privacy