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Indagine sulla qualità della vita: in Abruzzo si vive male?

L’Aquila -13, Teramo -14, Chieti -21, Pescara -13. Non stiamo parlando, ovviamente, di temperature climatiche, ma dell’annuale classifica stilata dal Sole 24Ore sul tasso di vivibilità nelle città italiane. Una qualità della vita che crolla vertiginosamente nei capoluoghi abruzzesi, caratterizzati tutti e quattro da un inesorabile segno meno. Nel lungo elenco delle 107 città italiane, per trovarne una abruzzese bisogna scorrere fino al 62esimo posto, dove troviamo L’Aquila, per poi arrivare a Teramo, che si piazza al 73esimo posto, Chieti al 75esimo e Pescara al 79esimo.

Sei gli ambiti sui quali verte la classifica: tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero. Alla testa si piazzano Bolzano e Trento, mentre il primato negativo spetta a Foggia e Napoli. Entrando nello specifico, è possibile notare che il punteggio legato al tenore di vita è maggiore a L’Aquila (88 punti), seguito dagli 82 di Chieti, gli 81 di Pescara e i 67 di Teramo, mentre per gli affari e il lavoro si piazza prima Chieti (75 punti), seguita dai 71 di Teramo, i 69 di Pescara e i 63 de L’Aquila. Altra voce, quella dei servizi ambiente e salute, in cui al primo posto si piazza L’Aquila con 89 punti, seguita da Teramo (76), Pescara (73) e Chieti (67). Sull’ordine pubblico, la classifica subisce una sorta di rovesciamento, con Pescara che si piazza al primo posto (94 punti), seguita da Teramo (41), Chieti (22) e L’Aquila (12). Stessa situazione per quanto concerne il penultimo aspetto analizzato, quello relativo alla popolazione, che vede Pescara al primo posto con 79 punti, seguita da Chieti (66), Teramo (41) e L’Aquila (12). Infine, il tempo libero, ambito nel quale primeggiano Teramo e Chieti, entrambe con 64 punti, seguite da L’Aquila (61) e Pescara (50).

Il commento di Antonello Linari, capo gruppo Pd alla Provincia di Pescara. “La provincia di Pescara mai così in basso. Il capoluogo adriatico e i suoi Comuni continuano a subire duri colpi sotto tutti i fronti e, a conferma di ciò, è arrivato anche il rapporto sulla Qualità della vita 2010. Pescara è il fanalino di coda della regione Abruzzo e, con un calo di 13 posizioni, si è piazzata al 79° posto. In Abruzzo, dunque, il capoluogo adriatico è dietro L’Aquila, Teramo e Chieti, e, in Italia, è entrato ufficialmente a far parte delle province del sud, la maggior parte delle quali occupano gli ultimi posti della classifica. I parametri presi in considerazione, ovvero ambiente, lavoro, popolazione, servizi finanziari e scolastici, dimostrano che l’amministrazione provinciale non ha un piano strategico teso a rilanciare l’efficienza dei servizi sul nostro territorio. Abbiamo perso punti in tutti i settori: Pescara è una delle città più inquinate d’Italia, i nostri edifici scolastici sono in uno stato preoccupante, basti pensare a ciò che è accaduto al Da Vinci, dove circa un mese fa è crollata una parte della controsoffittatura dell’Aula Magna, e il tasso di disoccupazione dal 2008 al 2009 è aumentato dal 6,5 per cento all’8%, secondo i dati illustrati a luglio scorso dalla Filca – Cisl di Pescara. È chiaro, quindi, che l’amministrazione provinciale continua ad andare avanti a tentoni e, nel frattempo, Pescara sprofonda sempre più in basso. È evidente che la Regione Abruzzo è amministrata da un presidente teramano e che, quindi, la provincia di Pescara non rientra fra le priorità della sua agenda politica. La qualità della vita di un territorio si legge anche nella progettualità innovativa, attuabile solo attraverso leggi regionali che esaltino le eccellenze del tessuto socio-economico. Pescara non può e non deve retrocedere, né rispetto alle altre province abruzzesi, né rispetto al resto d’Italia”.

Il commento di Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara. “Il posizionamento della provincia di Pescara nella classifica del Sole 24 Ore è sicuramente preoccupante perché denota uno sfaldamento nel tessuto sociale e, in particolare, nei settori economici e imprenditoriali. Sono scesi i redditi e quindi anche i consumi così come sono in calo la salubrità delle imprese e la propensione a creare una famiglia, la domanda di servizi e di svago. Sono questi i parametri presi a riferimento per stabilire il livello di qualità della vita di determinati territori. Sicuramente la politica ha le sue responsabilità perché non ha saputo, negli ultimi anni, esaltare le forze positive, incoraggiare le idee innovative, farsi interprete delle energie sane del territorio e porsi come ostacolo a quei fattori che possono determinare uno scadimento della qualità della vita. Penso, ad esempio, a quanto influiscano le scelte urbanistiche scellerate sullo sviluppo della collettività. Le responsabilità politiche sono trasversali e certamente provengono da lontano perché l’azione di molte amministrazioni ha contribuito a generare effetti negativi perché, quantomeno nell’ultimo decennio, non ha bene esercitato la sua governance. Occorre riflettere e restituire alla politica serietà e capacità di proposizione e di scelta, superando la concezione degli spot, degli interventi estemporanei, degli episodi. Penso alle città di Pescara e Montesilvano i più grandi comuni della provincia: tanti e roboanti gli interventi realizzati in passato, ma se fossero stati utili e risolutivi dovremmo figurare ai primi posti in classifica. È evidente che non basta fare, bisogna saper fare e fare bene, agendo sui fattori che possano determinare sviluppo e non puntare sui singoli interventi. In quest’ottica non comprendo le polemiche del Pd che certamente fa il suo mestiere di opposizione, e invece di attivare processi virtuosi di confronto, con bassa speculazione politica, liquida anni di governo di centrosinistra addossando responsabilità solo all’attuale amministrazione”.

Il commento dei consiglieri provinciali dell’IdV Pescara, Antonella Allegrino, Luciano Di Lorito, Attilio Di Mattia e Camillo Sborgia. “Poco più di un anno di lavoro è bastato alle amministrazioni di centro destra, e in particolare al governo provinciale di Guerino Testa, per ottenere i primi risultati: la provincia di Pescara, come dimostra la classifica pubblicata oggi dal Sole 24 Ore, peggiora sotto tutti i punti di vista. Allo stato attuale  tutta la realtà abruzzese è in declino perché soffre della crisi economica e del terremoto. Tuttavia Pescara si è davvero trasformata in un gambero che arretra, a causa della totale incapacità amministrativa che caratterizza questa classe di governo. E’ singolare che Testa giustifichi la situazione rimproverando ai predecessori una politica fatta di spot e interventi roboanti, quando in questi mesi di governo è stato impegnato principalmente a sfruttare il suo cognome per slogan e giochi di parole. L’amministrazione di Testa deve prendere atto della situazione e cambiare passo, affrontando finalmente i problemi che stanno tagliando fuori la nostra area da qualsiasi sviluppo: disoccupazione, formazione giovanile, smaltimento sostenibile dei rifiuti, costi della politica”.