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Pesticidi nelle acque, situazione critica anche in Abruzzo

Pescara. ‘I pesticidi sono sostanze pericolose e l’Abruzzo risulta tra le aree più colpite nonostante l’Arta ricerchi pochissime sostanze rispetto a quelle poste in commercio’. Lo afferma il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.

“Il rapporto nazionale Ispra diffuso ieri e’ l’ennesimo allarme sulla qualita’ dell’acqua, bene fondamentale per la vita, che rischia di rimanere inascoltato visto che il Governo nazionale e quello regionale stanno pensando a tutt’altro, ad esempio a grandi opere di cemento invece che al risanamento del territorio. Noi – ricorda il Forum in una nota – lo rilanciamo ogni anno ma non vediamo alcuna reazione adeguata in chi ci governa.

In primo luogo dobbiamo stigmatizzare il fatto che l’Arta, cosi’ come altre agenzie regionali, ricerca pochissime sostanze rispetto a quelle messe in commercio. Nel 2013 l’Agenzia ha cercato solo 57 sostanze sulle 356 ricercate complessivamente in Italia (cioe’ il 16%). Nel 2014 anche peggio, 56 su 365 (il 15%). Tra queste manca il Glifosato che e’ causa dei dati più allarmanti per il Nord Italia (in Italia e’ stato cercato solo in Lombardia e Toscana).

Non ci deve certo far sorridere il fatto che alcune regioni del sud, come Campania, Puglia, Molise, Basilicata e Calabria non inviano neanche i dati all’Ispra sulle acque sotterranee (Calabria, Campania e Molise neanche quelli relativi alle acque superficiali). Con queste premesse il quadro regionale rischia di rappresentare solo una parte piccolissima del problema e l’inquinamento potrebbe essere ben piu’ diffuso nella realta’”. Il Forum evidenzia che “La situazione piu’ critica e’ quella delle acque sotterranee, visto che nel 2013 l’ormai ex regione verde si colloca al secondo posto per contaminazione.

Scrive infatti l’Ispra: ‘Anche per quest’anno la Sicilia ha il livello più elevato di non conformità con il 17,3% dei punti, seguono l’Abruzzo (14,9%), il Piemonte (10,6%) e la Lombardia (10,0)’. Tra l’altro una contaminazione cosi’ diffusa in matrici ambientali che non sono i bersagli originari delle sostanze e’ indice di un’ampia e continua esposizione diretta dei lavoratori e dei cittadini residenti nei pressi dei punti di immissione delle sostanze, i campi.

E’ urgente agire per estendere la ricerca delle sostanze a tutte quelle poste in commercio; assicurare un monitoraggio costante delle acque potabili per tutte le sostanze poste in commercio; ridurre immediatamente l’uso dei fitofarmaci in agricoltura sia con politiche adeguate, compresa un giro di vite sulla loro vendita, sia con controlli repressivi sui campi; rivedere a fondo il Piano nazionale sui fitofarmaci e le sue formulazioni a livello regionale, introducendo limiti molto più restrittivi sull’uso di queste sostanze in situazioni che possono comportare esposizione delle persone. Non si possono continuare a spruzzare pesticidi tra case e strade. Anche in questo caso, come per gli idrocarburi – conclude la nota del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua – dobbiamo iniziare ad uscire dal mondo delle chimica aggressiva che comporta gravissimi problemi agli ecosistemi e in generale, alla vita”.


“L’Arta fin dal 2007 ricerca 52 pesticidi nella acque superficiali e sotterranee dell’intera regione. La scelta dei parametri per il monitoraggio in corso è stata determinata attraverso un indice di priorità calcolato utilizzando i dati di vendita di tali prodotti in Abruzzo e le caratteristiche dei principi attivi, quali il coefficiente di ripartizione nelle diverse matrici ambientali (suolo, acqua e aria), la persistenza e la pericolosità.

In aggiunta si è tenuto conto dei risultati della estesa esperienza lavorativa laboratoristica e, infine, della strumentazione a disposizione”.

Ad affermarlo è la stessa Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente replicando a quando sostenuto dal Forum Acque che aveva sostenuto che l’Arta “ricerca pochissime sostanze rispetto a quelle poste in commercio”.

“Il numero delle specie chimiche analizzate nei laboratori Arta in Abruzzo e’ nella media – e talvolta superiore – rispetto a quanto viene analizzato a livello nazionale. Non si analizzano tutti i pesticidi circolanti in commercio come vorrebbe il Forum Acque: in Italia e in Europa – spiega l’Agenzia in una nota – non lo fa nessuno. Inutile, infatti, spendere denaro pubblico, impegnare personale tecnico e tempo e sostenere spese di laboratorio per la ricerca di specie chimiche mai impiegate in regione come ad esempio, quelle utilizzate nelle risaie! Del resto nessun medico prescrive la totalità delle analisi cliniche esistenti, ma le seleziona in maniera mirata limitandosi a quelle necessarie.

L’Arta – prosegue la nota – non è messa in grado, invece, di analizzare taluni pesticidi di uso comune, pochi numericamente ma importanti per la loro diffusione, come il glifosato e i suoi derivati, perchè non dispone della strumentazione necessaria, nè può acquisirla a causa delle note ristrettezze di bilancio. Va comunque precisato che il complesso delle attività analitiche e non dell’Arta va rapportato e commisurato alle risorse umane, strumentali e finanziarie di cui l’Agenzia dispone e la valutazione sul suo operato non può prescindere dal raffronto di dette risorse con quelle a disposizione delle altre Agenzie italiane”.