L’Aquila. La Giunta regionale, su proposta del Sottosegretario all’ambiente Mario Mazzocca, ha definito ieri i criteri per l’assegnazione delle concessioni per lo sfruttamento di giacimenti di acque minerali e termali.
Con lo stesso provvedimento l’esecutivo regionale ha, inoltre, individuato come prioritario il ricorso a forme di collaborazione fra aziende del settore e altri soggetti pubblici e privati per l’erogazione di servizi in abbinamento ad iniziative di carattere turistico-sociale incaricando la struttura regionale di predisporre un atto di indirizzo in grado di disciplinare univocamente la materia mediante la predisposizione di uno schema di accordo di programma quadro.
“Le procedure di affidamento ad evidenza pubblica”, ha spiegato il sottosegretario, “dovranno contenere esplicita previsione affinché la definitiva assegnazione potrà essere disposta solo dopo valutazione positiva della procedura di valutazione impatto ambientale (VIA) da parte del Comitato regionale”.
“In questo modo la Regione, ente delegato proprio alla gestione ed alla amministrazione delle risorse idriche del territorio, potrà procedere nel più breve tempo possibile all’indizione di nuove procedure conformandosi a tutte le prescrizioni, sia di natura istruttoria che procedimentale, indicate dai vari pronunciamenti giurisprudenziali (vedi sentenza del Tar Abruzzo n.12/2016 – NDR). “Qualora ne ricorrano le condizioni e sempre al fine di valorizzare la risorsa idromineraria e l’attività di ricerca e coltivazione delle acque, la Regione potrà parimenti procedere alla adozione di uno specifico atto-tipo in grado di evitare la creazione di situazioni di stallo consentendo all’amministrazione di concertare con i vari portatori di interesse le forme attuative garantendo al contempo uniformità di trattamento delle diverse situazioni sulla base di regole predeterminate e nel rispetto del principio di assoluta trasparenza del processo decisionale amministrativo”.
“Oggi più che mai”, commenta Mazzocca, “ci sono tutte le condizioni per consolidare e implementare il processo di sviluppo della risorsa idromineraria regionale; infatti, lo strumento capace di trasformare la criticità in opportunità di sviluppo è quello di legge, laddove la stessa prevede che la Regione e gli Enti pubblici e privati possono sottoscrivere accordi di programma, intese istituzionali o porre in essere altre forme di cooperazione per la promozione, valorizzazione e realizzazione di un sistema integrato delle attività”.
“È un esigenza avanzata da diversi territori della regione: la sottoscrizione di intese contrattuale fra Regione, Comuni e (eventualmente) privati, non potrà non determinare l’atteso consolidamento delle attività nel tempo, fornendo una reale prospettiva di stabilità al personale impiegato (massimamente precario), aprirebbe le porte a nuovi posti di lavoro e consentirebbe la messa a disposizione del quantitativo occorrente della risorsa naturale acqua anche all’impresa turistica.
Né più né meno di quanto accade già nella stragrande maggioranza delle località termali italiane. E diverse sentenze del TAR vanno proprio in tale direzione, demandando il ‘compito’ di ricercare idonee soluzioni alla competente autorità regionale”.