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Sanitopoli Abruzzo, difesa Del Turco ribadisce incompetenza territoriale di Pescara

Pescara. E’ ripartito oggi il processo per le vicende giudiziarie legate alle presunte tangenti nella sanità abruzzese. L’avvocato di Giancarlo Masciarelli, ex presidente della Fira, ha chiesto per il suo assistito il patteggiamento a tre anni e quattro mesi, sia per l’inchiesta Sanitopoli che per lo scandalo della Fira.

Presente in aula anche l’ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco. Il suo difensore, Giandomenico Caiazza, ha ribadito l’incompetenza territoriale di Pescara. Stando, infatti, a quanto dichiarato dal legale, non ci sarebbe alcun atto che legittimi la competenza di Pescara. “I reati più gravi, le concussioni” spiega in proposito, “sono pretesamente avvenute a Collelongo o a Chieti (per quanto riguarda Camillo Cesarone) ma mai una volta sola a Pescara.

A questo proposito Caiazza ha spiegato che l’associazione per delinquere si realizzerebbe, secondo la stessa contestazione, in un primo atto adottato dalla giunta regionale a L’Aquila nel dicembre 2005. “Quindi” sottolinea, “da qualunque parte andiamo a vedere gli atti, Pescara non c’entra assolutamente nulla. Le dazioni delle somme (per noi mai avvenute) secondo quello che dice Angelini sono avvenute ovunque tranne che a Pescara. Sono state anche trattate a lungo le posizioni di tutte le case di cura e ripercorso tutti gli atti della prima giunta che la Procura ritiene di spoliazione del denaro pubblico, della sanità pubblica, per evidenziare che essi erano sistematicamente concordati con le case di cura, non solo con questa o con quella ed è una prospettazione per noi importante sotto il profilo della credibilità dei soggetti che rivolgono accuse”.