Pescara. ‘In 2 anni, i cittadini a livello nazionale hanno pagato 7 miliardi in più di tasse locali (da 42 miliardi, siamo arrivati a 49), un +16,7%, che vale 308 € a testa in più in due anni, che portano il totale medio annuo di tasse locali che paghiamo a 1.969 €.
In Abruzzo, Pescara supera la media nazionale: 2.017 € di tasse locali, con la doppia penalizzazione dell’addizionale regionale Irpef a 415 € pro-capite (invece che a 389 €, media nazionale) e dell’addizionale comunale Irpef a 192 € pro-capite (invece che a 156 €, media nazionale).
Come se non bastasse, il Comune di Pescara si segnala per inciviltà fiscale con la sua esenzione secca on/off a 10mila euro, di cui beneficiano pochissimi poveri, nessun lavoratore e tanti evasori fiscali. Né l’addizionale regionale, dunque, né quella comunale prevedono scaglioni di reddito.
Gli altri capoluoghi dell’Abruzzo sono complessivamente sotto la media nazionale, non però per l’addizionale regionale Irpef, ovviamente, né per quella comunale, ad eccezione dell’Aquila.
Lo dichiara Roberto Campo di Uil Abruzzo.
‘L’Abruzzo è tra le 6 peggiori regioni d’Italia per quantità e qualità dell’addizionale regionale Irpef: paghiamo uno 0,50% in più (cioè, l’1,73% invece dell’1,23% che pagano le regioni non commissariate per i deficit dei conti della sanità); per di più, paghiamo con un’aliquota secca, senza scaglioni di reddito. Solo nel 2013-2014 abbiamo potuto fare accordi con la Regione di parziale restituzione delle tasse aggiuntive e introduzione degli scaglioni di reddito.
Cancellata la fiscalità punitiva di svantaggio, si dovrà iniziare il capitolo della fiscalità di vantaggio, a favore di chi investe e crea occupazione stabile: uno strumento da cui non si può prescindere per una buona ripresa economica ed occupazionale’, conclude Campo.