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Riordino personale province abruzzesi, Febbo: ‘Approvata delibera tenuta segreta’

Pescara. “Sospendere immediatamente gli effetti la Delibera n. 144 del 4 marzo avente per oggetto ‘Accordo per il trasferimento alla Regione Abruzzo delle funzioni in materia di tutela Ambientale, Energia, Industria, Artigiano e Commercio’ dove è stata inserita l’applicazione dell’istituto del Comando, quindi della chiamata diretta, per diversi dipendenti”. Peraltro approvata ben 11 giorni fa, ancora segretata e tenuta “nascosta” alle stesse Organizzazioni Sindacali.

Questa la richiesta del Presidente della Commissione vigilanza e Consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo.

“La Giunta regionale – commenta Febbo – ha realizzato una vera e propria “sveltina”, disattendendo in pieno gli accordi bilaterali tra Regione e le quattro Province. Ancora una volta questo esecutivo regionale adotta un provvedimento, come è stato sottolineato anche dai sindacati, insensato, inapplicabile perché fuori dal perimetro della normativa vigente e che va ritirato immediatamente.

Non è la prima volta che si cerca di trasferire ‘a proprio piacimento’ e temporalmente del personale specifico dalla Provincia alla Regione, eludendo l’istituto della piattaforma istituita per legge dal Governo e mortificando le tante professionalità esistenti e forse anche più meritevoli, tenendo i prescelti sotto “ricatto” .

Infatti – spiega Mauro Febbo – a fine anno era stato preso l’impegno, in una conferenza dei capigruppo, e dopo il mio ostruzionismo in Consiglio, da parte sia del vice Presidente Lolli sia del Presidente del Consiglio Di Pangrazio di portare avanti un’attività di monitoraggio sulla corretta applicazione della Legge regionale inerente il trasferimento delle funzioni e relativo personale. Adesso invece, con una specifica delibera di Giunta, si opta per la chiamata diretta che riguarderebbe le restanti unità non soggette a funzioni trasferite ope legis, per le quali invece ‘saranno applicate procedure di comando’ come riportato nella Delibera 144.

Quindi – rimarca Febbo – credo sia opportuno che si blocchi immediatamente il provvedimento in questione poiché si ravvisano sicuramente procedimenti illegittimi in quanto l’istituto del comando è caratterizzato da temporaneità attraverso la quale la prestazione lavorativa è resa, non in favore del proprio datore di lavoro ma dell’ente utilizzatore. Pertanto auspico, prima che arrivano valanga di ricorsi e si neghi la possibilità di scelta sulla piattaforma nazionale, che venga fatta piena luce e ritirato quest’ultimo atto dove vengono mortificate le professionalità ancora in organico alle Province.