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Agricoltura in Abruzzo, Febbo: la giunta innesta la retromarcia

“Mentre il presidente D’Alfonso prende in mano una pala e, a uso e consumo di macchine fotografiche e telecamere.

 

 

Si mette all’opera per fingere di risolvere i problemi di inquinamento (pensando che gli abruzzesi siano allocchi e non ricordino che è stato Presidente della Provincia, Sindaco e sopratutto che il PD e’ stato negli ultimi 25/30 monopolizzatore dell’Aca) della nostra regione dall’altro con la penna, strumento a lui più avvezzo, firma l’ennesima quanto ipocrita retromarcia che riguarda ancora una volta il Dipartimento politiche agricole, piaccia o non piaccia a Camillo D’Alessandro”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione Vigilanza, Mauro Febbo che spiega: “Attraverso una nota ufficiale da lui firmata e sottoscritta dall’assessore Pepe, suo maldestro complice, scrive al direttore Generale Gerardis, al direttore del personale Ebron e al direttore Agricoltura Di Paolo per sottolineare l’importanza di produrre un intervento riorganizzativo una sola volta e sui numeri finali, cercando di conservare il massimo delle unità soprannumerarie attraverso un percorso sostenibile di compensazione tra dipendenti regionali e quelli provinciali. Una clamorosa retromarcia che testimonia come la riorganizzazione era stata concepita male e portata avanti in maniera confusa”.

 

 

 

 

“Ancora una volta – argomenta Mauro Febbo – D’Alfonso è autore di una decisione, tanto cervellotica quanto insensata, se consideriamo la grande rivoluzione (eufemismo – sic !!!) portata avanti in questi mesi che di fatto ha penalizzato fortemente l’attività degli uffici dell’agricoltura e di conseguenza danneggiato gli utenti, ovvero gli agricoltori, quelli che la pala la usano davvero per guadagnarsi la pagnotta. Inoltre, ancora più grave, tutto questa fantomatica riorganizzazione fino ad oggi ha prodotto semplicemente un solo effetto: un ritardo e rinvio per i bandi delle misure del nuovo PSRr attese da tempo dal mondo primario.

 

 

 

 

 

 

Oggi, meglio tardi che mai e confermando tutte le nostre precedenti preoccupazioni, scrive che organizzazioni professionali e cittadini rivendicano una macchina burocratica efficace ed efficiente ma in due anni concretamente ha causato solo danni alla struttura e piuttosto che rilancio e crescita ha solo ottenuto un pesante rallentamento degli uffici con disorganizzazione e disorientamento da parte degli utenti/agricoltori. Inoltre è notizia di questi giorni che i Consigli comunali di Pescasseroli, Opi, Bisegna,Villetta Barrea e Civitella si sono espressi contrari all’ipotesi di procedere alla soppressione e chiusura di un Ufficio strategico e fondamentale come quello relativo la Tutela e la Gestione del Patrimonio boschivo.

 

 

 

 

 

 

Eliminare quell’ufficio significherebbe distruggere e demolire il funzionamento delle attività silvoforestale. Pertanto – conclude Febbo – mi auguro che si ponga rimedio al più presto a questa situazione diventata ormai un’emergenza perché si rischia di causare enormi perdite di tempo e soprattutto di fondi in un comparto che è l’unico dove ancora resta un segno, se pur minimo ormai, positivo”.

 

 

LA LETTERA