Pescara. “Il Pd vuole tagliare circa 5700 Comuni, il 70% del totale, che avrebbero due anni di tempo per fondersi e scomparire fino a raggiungere la soglia minima di 5.000 abitanti. In Abruzzo salterebbero 250 municipi sul totale di 305, circa l’82%.
Tutto ciò con l’avallo dell’ANCI di Fassino da tempo subalterna all’esecutivo e solo interessata alle grandi città e alle aree metropolitane dove invece si moltiplicano le periferie da far west. Assurdo che mentre negli organi centrali dello stato la spesa pubblica continua ad aumentare e si continua a non applicare la spending review -come oggi ha anche denunciato la Corte dei Conti – si vogliono punire gli organi periferici che invece sono stati gli unici a cui è stata imposta veramente la politica dell’austerità”.
Lo dichiara il senatore della Lega Nord e responsabile del Movimento Noi con Salvini in Abruzzo, Paolo Arrigoni.
“Dopo la finta eliminazione delle Province che oggi, nonostante le funzioni ancora assegnate, sono state lasciate senza soldi necessari per la manutenzione di scuole, strade e territorio; dopo il cappio al collo messo ai municipi con gli assurdi vincoli sul turn over del personale e i pesanti tagli ai trasferimenti inflitti dai governi Monti, Letta e Renzi, che hanno costretto i sindaci a fare gli esattori per conto dello stato con l’IMU, anche agricola, la TASI e la TARI ora – spiega Arrigoni – prosegue con un progetto di legge targato PD, l’attacco ai comuni con meno di 5mila abitanti che saranno obbligati a fondersi”.
“E’ un attacco all’autonomia decisionale, gestionale ed organizzativa dei Comuni sancita dalla Costituzione, che soprattutto in quelli piccoli ed in particolare quelli montani come nella provincia de L’Aquila, vedono sindaci, assessori e consiglieri comunali operare da volontari a servizio e presidio del proprio territorio, spesso rinunciando al gettone. Questo è un attacco alla storia, alle tradizioni e all’identità dei campanili. Questo scelta, se sarà approvata, è grave perché determinerà inevitabilmente l’abbandono del territorio già troppo a rischio di dissesto idrogeologico e – conclude Arrigoni – faciliterà l’espansione della delinquenza”.