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Piano Sanitario: opposizione abbandona commissione sanità e chiede consiglio regionale straordinario

“Una commissione consiliare esautorata delle proprie competenze, che si ritrova ad esaminare a cose fatte il programma operativo che disegna il futuro della sanità regionale,  senza poter esprimere alcun parere in proposito. Questo perché i dati e la documentazione necessaria ci sono stati forniti in ritardo dall’assessore Venturoni, il quale aveva invece assicurato la possibilità di discutere insieme a Chiodi le scelte che oggi approdano al Ministero”. A parlare i consiglieri regionali del Pd, Claudio Ruffini,Franco Caramanico, Giovanni D’Amico e Marinella Sclocco che questa mattina hanno deciso di abbandonare i lavori della commissione consiliare alla Sanità, insieme agli altri rappresentanti dell’opposizione, per protesta contro i ritardi e “le colpevoli mancanze del Governatore Chiodi e dell’assessore Venturoni, che hanno esercitato un vero e proprio colpo di mano ai danni dei cittadini abruzzesi, privati di uno dei diritti fondamentali, quello legato alla tutela della salute. Una tutela che non può prescindere – ha osservato Caramanico – dalla permanenza sul territorio dei piccoli ospedali, la cui funzione non può essere cancellata con un colpo di spugna. Come non può essere cancellato il piano sanitario elaborato dal precedente governo di centro sinistra e tuttora vigente. E che si tratti di un piano valido lo dimostra il fatto che viene difeso dai sindaci, anche del centro destra”.

Per Caramanico è inaccettabile la chiusura di ben quattro presidi ospedalieri nell’area chietina, “a fronte di un’evidente disparità rispetto ad altre province, in primis Teramo”. Critiche sono state rivolte dal consigliere Caramanico anche al presidente della Commissione, Nicoletta Verì “che non ha risposto ad una nota formale del marzo scorso con la quale chiedevo espressamente la documentazione relativa alla situazione della sanità in Abruzzo”. Caramanico ha annunciato di essere pronto a dimettersi dalla Commissione nel caso in cui venisse approvato il Piano Operativo.
“Anche in Abruzzo c’è in pratica una legge bavaglio, le cose più importanti si discutono in forma riservata e privata – ha aggiunto Ruffini – Chiodi, la Baraldi e Venturoni sulla sanità se la suonano e se la cantano, in barba alla pressante richiesta dei cittadini abruzzesi di aver maggior spazio di confronto e democrazia”. Ruffini incalza ancora Chiodi e Venturoni chiedendo loro dove sia finito il piano di sviluppo della Baraldi che doveva sostituire il piano operativo e che andava condiviso con sindaci e operatori sanitari?
“La verità è che a questa giunta regionale nulla importa del parere dei sindaci, dei sindacati,  delle organizzazioni di categoria ed anche di chi sta male, figuriamoci se interessa che il Consiglio regionale possa svolgere per una volta il suo ruolo”. Per il Pd resta comunque un chiodo fisso: una sanità pubblica per tutti vicina al cittadino, rinnovata nella sua organizzazione e potenziata sul territorio.
L’argomento sanità,  sarà oggetto di discussione in un apposito consiglio regionale straordinario richiesto dalle minoranze.