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Sanitopoli Abruzzo, sequestro beni: Domenici e Masciarelli nullatenenti

Pescara. I consiglieri del Pd Giovanni D’Amico e Franco Caramanico hanno presentato una interrogazione urgente per chiarire perché Regione e la Asl, parti lese e costituitesi parti civile nel maxi processo Sanitopoli, non hanno presentato alcuna richiesta di risarcimento danni nei confronti di Masciarelli e Domenici.

 

“I nomi di Masciarelli, e Domenici, assessore alla Sanità durante la Giunta Pace, personaggi cardine nella vicenda Sanitopoli – si afferma nell’interrogazione- , non compaiono nell’elenco allegato all’ordinanza di sequestro conservativo, elenco nel quale si leggono i nomi degli altri imputati. Il fatto che i nomi di Masciarelli e Domenici non risultano – secondo i due esponenti del Pd – significherebbe che la Regione e la Asl non hanno presentato alcuna richiesta nei loro confronti, stabilendo in tal modo una pregiudiziale innocenza. Sarebbe atto grave di ingerenza nelle procedure processuali a scapito della garanzia per tutti gli imputati – sostengono i consiglieri nella interrogazione – e, in ogni caso, corrispondono a atteggiamenti assolutamente non trasparenti assunti dalla Giunta Chiodi e dalla Asl che pure si sono costituiti parti civili nel processo. E’ quindi urgente – conclude la nota – che il Presidente Chiodi dia pubblica ricognizione di quali siano le condizioni processuali a garanzia innanzitutto degli interessi generali della Regione Abruzzo”.

La risposta di Venturoni. In merito alla interrogazione urgente presentata dai consiglieri regionali Giovanni D’Amico e Franco Caramanico sulla mancata richiesta di risarcimento danni nei confronti di Masciarelli e Domenici, l’assessore Lanfranco Venturoni precisa che “la Regione Abruzzo si e’ costituita parte civile nei confronti di tutti gli imputati del cosiddetto ‘processo sanitopoli’, compresi Masciarelli e Domenici”. “Mi risulta che prima di richiedere il sequestro dei beni il legale della Regione Abruzzo abbia verificato le posizioni catastali di tutti gli imputati. Per i due – conclude – è stata accertata una inconsistenza economica quanto a capacità di garanzia”.

Caramanico e D’Amico chiedono le verifiche catastali effettuate dalla Regione. “La procedura  della Regione appare piuttosto originale. Infatti la verifica  di cui si parla  ha ad oggetto la sola posizione catastale  degli imputati. A seguito di tale verifica  pare sia emerso che i beni immobili (case e terreni) di Masciarelli e Domenici siano di scarsa entità o meglio – così si legge nella nota del Presidente Chiodi –  che i legali della Regione li abbiano ritenuti di scarsa entità e quindi “nessuno ha ritenuto di chiedere un sequestro conservativo  su un bene economicamente insignificante. La verifica effettuata  – sostengono i consiglieri del PD –  è parziale e del tutto insufficiente a far ritenere  che tutti i beni dei due imputati  siano di scarso valore economico”. I consiglieri d’opposizione hanno sottolineato come il comma 2 dell’articolo 316 del Codice di Procedura Penale  dispone che “….la parte civile può chiedere il sequestro conservativo  dei beni dell’imputato o del responsabile civile secondo quanto previsto dal comma 1”;dal comma 1 dello stesso articolo si evince che “si può chiedere il sequestro conservativo dei beni  mobili o  immobili  dell’imputato  o delle somme o cose a lui dovute  nei limiti in  cui la legge nel consente il pignoramento”. É certamente vero che la richiesta di sequestro conservativo è facoltativa, ma le motivazioni  del Presidente Chiodi  portate a sostegno della scelta di non procedere nei confronti di Masciarelli e Domenici  sembrerebbero poco convincenti e non esaustive.
Il presupposto della richiesta di sequestro conservativo, previsto dal  comma 2 dell’art.316 del Codice di Procedura Penale è la “ fondata ragione di ritenere  che manchino o si disperdano le garanzie delle obbligazioni civili  derivanti dal reato” e non che  i beni  (immobili) dell’imputato  siano “ritenuti di scarso valore”.
“Come la cronaca ormai ci insegna, gli imputati potrebbero anche non avere case e terreni o possederne alcuni di scarsa entità economica, ma  potrebbero  possedere altri beni   mobili che sfuggono alla verifica catastale Ci chiediamo pertanto qual è il fondato motivo per cui  le garanzie  del pagamento del danno siano da richiedere agli altri imputati  e non a Masciarelli e  Domenici, e quali termini discrezionali effettivi la Regione abbia adottato per non richiederne  l’esecuzione conservativa. Al  Presidente Chiodi – hanno concluso D’Amico e Caramanico – chiediamo ufficialmente, in considerazione del nostro ruolo di consiglieri  regionali, di prendere visione  di tutte le verifiche catastali effettuate dall’avvocatura Regionale che hanno sostenuto tale scelta”.