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Legambiente, residui di pesticidi nei piatti degli abruzzesi

Roma. Residui elevati di pesticidi nei piatti degli abruzzesi. È quanto emerso dal rapporto di Legambiente “Pesticidi nel piatto 2010” presentato questa mattina a Roma ed elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e laboratori zoo profilattici.

Più in particolare, il numero di campioni analizzati dall’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise “Caporale” ha permesso di rinvenire un’unica irregolarità per le pesche, nelle quali è stata rilevata la presenza di dimethoate, un insetticida e acaricida. Ad ogni modo si nota una percentuale notevole di monoresidui, soprattutto per la frutta, che rispetto allo scorso anno presenta circa un 4 % in più di campioni multi residuo (12,2% vs 7,6%). In particolare tracce di multi residui sono stati riscontrati nelle fragole, nell’uva e nel vino. Quest’ultimo presenta spesso tracce di Procimidone.

“La normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) ha rappresentato un importante passo in avanti” commenta in proposito Luzio Nelli della segreteria regionale di Legambiente. “Il rapporto registra poi un lento, ma graduale miglioramento rispetto agli anni passati, a testimonianza della maggiore attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più favorevoli ai prodotti provenienti da un’agricoltura di qualità. Nonostante ciò, però, risulta ancora troppo alta la percentuale dei prodotti contaminati da uno o più tipi di pesticidi”.

Stando a quanto sostenuto da Nelli, la strada da percorrere per raggiungere un uso sostenibile dei fitofarmaci è ancora molto lunga. Sembra, infatti, permanere il problema del cosiddetto “multi residuo”, cioè l’effetto sinergico dovuto alla presenza contemporanea di differenti principi attivi sullo stesso prodotto e quello della rintracciabilità di pesticidi revocati oltre il termine fissato per lo smaltimento delle scorte.

“Non esiste un riferimento specifico nella normativa che stabilisca per i laboratori un termine temporale oltre il quale tracce, anche al di sotto del limite consentito di pesticidi revocati, come il DDT, siano da indicare come irregolari” conclude Nelli. “Auspichiamo che vengano promosse la ricerca sugli effetti sinergici del cocktail chimico e la regolamentazione della normativa sul multi residuo”.