Anche Legambiente Abruzzo ha fatto sentire la sua voce grazie alla presenza di un numeroso gruppo di volontari che ha marciato chiedendo scelte politiche lungimiranti, che puntino all’abbandono del fossile e all’incremento delle rinnovabili. La marcia, che si è svolta in occasione dell’apertura a Parigi della COP21, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici, è stata anche occasione per dire no al terrorismo e alla guerra.
“Lottare per un buon accordo globale sul clima – commenta Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo, – vuol dire combattere le lobbies delle fonti fossili, rifiutare il terrorismo, rilanciare la democrazia e la pace. L’Abruzzo è una regione vittima di scelte sbagliate e fortemente minacciata da nuovi investimenti che potranno ledere gravemente la qualità dell’ambiente. Progetti come Ombrina non rispondono a logiche lungimiranti, ma a una visione ottocentesca dell’approvvigionamento energetico che non ha più ragion d’essere. I governi di tutto il mondo, riuniti a Parigi – ha aggiungo Di Marco – dovranno giungere a un accordo equo e legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale almeno al di sotto di 2°C e acceleri la transizione verso la decarbonizzazione. La scommessa è che si possa assicurare un futuro giusto e sostenibile per tutto il pianeta con un mondo alimentato al 100% da energia rinnovabile entro il 2050 ”.
All’iniziativa di Roma per il clima e per la pace, organizzata dalla Coalizione italiana Clima costituita da oltre 150 organizzazioni, è intervenuta anche la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, che ha espresso il suo sostegno a tutti gli organizzatori e ai partecipanti di tutta Italia.
Il corteo della capitale non è stato l’unico evento della Global Climate March in Italia,tra gli altri appuntamenti quelli di Aosta, Torino, Milano, Venezia, Verona, Trieste, Udine, Rimini, Sassuolo e una marcia a piedi, in bici, in treno è stata promossa da 29 sindaci e da oltre 50 organizzazioni nelle province di Cremona, Mantova e Parma.
“Serve – conclude Di Marco – un taglio drastico dei sussidi alle fonti fossili, per riequilibrare il mercato e liberare denaro (secondo il FMI 1.800 miliardi di euro) da mettere a disposizione delle misure di mitigazione e adattamento per combattere i cambiamenti climatici in tutto il mondo. In Italia, su questo fronte il governo sta sbagliando: con una scelta irresponsabile rilancia le trivellazioni e fa regredire le rinnovabili. Speriamo che a Parigi sappia cambiare drasticamente direzione e sostenere
l’eliminazione totale e equa dei sussidi alle fonti fossili entro il 2020”.
A Roma il corteo è stato seguito da un grande concerto per il Clima in via dei Fori imperiali. Sul palco Bandabardò, Piotta, Dolcenera, Meganoidi, Têtes de Bois, Kutzo, Sandro Joyeux, MedFreeOrkestra, La casa del vento, Stag, Anonima Armonisti, Ricky Anelli, Zio Felp, Andrea Rivera, Giobbe Covatta e Luca Abete, presentati da Massimo Cirri e Sara Zambotti della trasmissione Caterpillar.