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Ombrina Mare, ambientalisti al MISE: ‘Stop alla conferenza dei servizi, si rispetti la legge’

Pescara. “Il Ministero prenda atto, oltre che delle ragioni del territorio, della sussistenza della l.r. 29/2015, e la rispetti annullando la conferenza di servizi convocata per lunedì o quantomeno sospendendola nell’ipotesi di contestazione di tale norma, per le vie previste dalla legislazione vigente e non certo attraverso una semplice lettera di un dirigente, che non ha e non può avere un valore sospensivo nei confronti di una norma approvata peraltro all’unanimità da un consiglio regionale regolarmente eletto e in carica”.

Si conclude così la lettera che questa mattina Greenpeace, WWF, Legambiente, Marevivo, Touring Club, Pro Natura, FAI e Italia Nostra hanno indirizzato al Ministero dello Sviluppo Economico e per conoscenza a tutte le amministrazioni convocate, per chiedere appunto l’annullamento della conferenza di servizi  convocata per lunedì.

Nel testo le associazioni, sulla base di considerazioni giuridiche articolate, spiegano tra l’altro come l’unico parametro di legittimità delle leggi regionali è costituito dalla Costituzione e non dalle leggi dello Stato che nel nostro ordinamento non è dato a nessuno – tranne che alla Corte costituzionale (art. 134 Cost.) – pronunciarsi sulla legittimità delle leggi.

Fino a quando la Corte costituzionale, se sarà chiamata a farlo, non si pronuncerà in senso negativo sulla legittimità della legge, questa dovrebbe trovare piena applicazione.

Il Ministero dello Sviluppo Economico è – sottolineano le associazioni – un Ministero dello sviluppo economico e non dello sviluppo petrolifero, per cui si chiedono come sia possibile ignorare le istanze provenienti da gran parte del territorio e dai suoi rappresentanti istituzionali tese a sostenere una forma di sviluppo economico, sulla quale la Regione Abruzzo ha largamente investito anche con fondi europei, del tutto diversa da quella legata ai combustibili fossili, anche nell’ottica di contribuire alla lotta mondiale contro i cambiamenti climatici.

I combustibili fossili rappresentano al contrario un deterrente e un ostacolo per una economia locale che ha retto all’urto della crisi economica dalla quale si sta appena cominciando faticosamente a uscire unicamente nei settori dell’agroalimentare e del turismo, nei quali, a differenza del comparto industriale, non si sono verificate in Abruzzo disastrose perdite occupazionali.