Regione Abruzzo, esaminati progetti di legge per garante dei detenuti

claudio-ruffiniL’Aquila. Esaminati questa mattina dalla Commissione Consiliare Permanente “Tutela della Salute ed Affari Sociali” del Consiglio regionale due progetti di legge. Si tratta delle proposte riguardanti l’istituzione dell’Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Il primo è stato firmato dai consiglieri Antonio Saia, Maurizio Acerbo e Claudio Ruffini. Il secondo da Nicoletta Verì e Nazario Pagano.

In base a quello che è il regolamento consiliare dei lavori, la Commissione ha provveduto ad unificare i due progetti di legge.

La seduta è stata anche l’occasione perché i consiglieri regionali del Pd, Giovanni D’Amico, Claudio Ruffini e Franco Caramanico, chiedessero alla presidente della Commissione, Nicoletta Verì, una copia del Piano Operativo per il 2010, illustrato dal presidente Gianni Chiodi al Ministero per l’Economia e sottoposto all’attenzione del tavolo di monitoraggio delle Regioni. Inoltre, è stata chiesta  l’audizione dell’assessore alla Sanità e del Commissario per il Piano di Rientro.

Stando a quanto riferito dai consiglieri, la Verì si sarebbe dimostrata molto disponibile, anche in considerazione del fatto che il Piano di Rientro non può essere un documento imposto, ma deve essere valutato innanzitutto dal Consiglio regionale, per la sua assoluta rilevanza nelle realtà sociale ed assistenziale del servizio sanitario in Abruzzo.

“Come annunciato dal sub commissario Baraldi” fanno sapere D’Amico, Ruffini e Caramanico, “in V Commissione bisognava aprire una fase di concertazione e condivisone la più ampia possibile. Ora ci appare ci sia un cambio di marcia: un autentico bavaglio alle istituzioni regionali e alla democrazia. Il presidente Chiodi doveva parlarne e riferire in Consiglio di questo Piano Operativo, invece non si è visto nulla. Questo Consiglio regionale è completamente esautorato dalla sue funzioni, ormai ci si occupa solo di interrogazioni e interpellanze e gli spazi per il confronto sulle decisioni vere si è ridotto al minimo storico di questa Istituzione”.

 

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