Pescasseroli. È morto sulla soglia dei 34 anni, l’orso Sandrino, che da qualche anno aveva iniziato ad accusare gli acciacchi dell’età. Record per un orso che in natura spesso non arriva alla metà dei suoi anni. Vero e proprio ‘ambasciatore’ del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, riferisce lo stesso Ente, Sandrino venne recuperato nell’agosto ’82, denutrito e malato. Il suo nome in onore dell’ ex Presidente della Repubblica, Sandro Pertini.
L’Ente Parco per queste ultime primavere, aveva predisposto un trasferimento dall’area faunistica dell’orso di Villavallelonga al Centro Visita di Pescasseroli, per poterlo assistere quotidianamente con le cure del veterinario, grazie alle quali è stato possibile alleviare le sofferenze legate al fisiologico invecchiamento. Per oltre tre decenni, dunque, un simbolo, dice il Parco, “sia per la sua specie, permettendo a molti di conoscere più da vicino le caratteristiche dell’orso marsicano, sia per il Parco, che ne ha fatto, suo malgrado, un testimonial d’eccezione, diventando una vera e propria star con migliaia di fan e appassionati”.
Quando Sandrino venne recuperato dalle Guardie del Parco nell’agosto del 1982, pesava circa 10 kg. Cucciolo di pochi mesi, fu trovato in evidente stato di denutrizione con disidratazione e febbre perché abbandonato dalla madre che, evidentemente, non era in grado di allevare l’ intera cucciolata ed aveva selezionato, come accade spesso in natura, i cuccioli più robusti abbandonando al proprio destino quello più debole. L’orsetto venne ricoverato presso le strutture del Parco e sottoposto a cure specialistiche salvandolo da morte prematura.
Dopo un periodo lungo di cure per farlo crescere, passato presso il Centro di Pescasseroli nel 1999, e precisamente il 28 maggio, venne trasferito nell’area faunistica di Villavallelonga dove è rimasto fino al 23 dicembre del 2014. Ieri la sua morte.
“L’esperienza di Sandrino, con tutte le luci e le ombre legate ai diversi punti di vista – riferisce il Parco – è stata però molto importante per mettere a punto quelle procedure che hanno consentito al Parco di avviare il tentativo in atto con l’orsetta Morena, anch’essa trovata abbandonata sui monti del Parco, ma destinata ad un tentativo di rilascio in natura, evitandole cioè, oltre alla morte certa, anche la condanna ad una vita in cattività. Per questo, con un pizzico di fantasia e tanta passione per le storie a lieto fine – conclude il Parco – ci piace legare il destino di questi due animali: Sandrino se n’è andato quando ‘ha sentito’ che il suo sacrificio era servito a salvare altri orsi”.