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Pesca, la Regione chiede un incontro con il ministro Galan

Gli assessori alla Pesca delle Regioni Abruzzo, Mauro Febbo, Puglia, Dario Stefano, Marche, Sara Giannini e Molise, Nicola Cavaliere, hanno chiesto, in un documento congiunto, di incontrare il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Giancarlo Galan, per discutere con lui dell’insediamento di un tavolo di lavoro per affrontare alcune questioni particolarmente importanti per le regioni adriatiche, legate alla pesca.

A partire dalla normativa in materia di controlli sanitari sulla presenza dei parassiti nel pesce azzurro.

“Recenti iniziative di autorità sanitarie e giudiziarie delle regioni del Nord” scrivono i quattro assessori “fondate su norme probabilmente superate (legge 283/62) hanno di fatti messo fuori mercato il pescato adriatico, generando allarme ingiustificato tra i consumatori. Si ritiene che la vigente normativa comunitaria in materia di igiene dei prodotti ittici non giustifichi tale situazione e richieda un approfondimento ed un chiarimento che impegni in primis il Governo centrale a livello di Ministero delle Politiche agricole e Ministero della Salute. Allo stesso tempo si ritiene utile e doverosa la restaurazione di una corretta informazione sul tema del consumo del pesce azzurro”.

La seconda questione è quella relativa all’entrate in vigore del Regolamento 1967/06 in materia di utilizzo di attrezzi a maglia larga.

“Tale regolamento” si legge ancora nel documento “coglie la marineria nel bel mezzo di una crisi strutturale: si tratta, infatti, di investire risorse in vista di minori prospettive di guadagno, almeno a breve, e di maggiori costi di gestione. Si ritiene necessario approfondire la possibilità di misure di accompagnamento che possano attenuare i segnali di tensione sociale già chiaramente percepibili. Infine, le marinerie che praticano, con vari sistemi, la pesca del pesce azzurro reclamano regole organiche che sarebbe appropriato collocare in un Piano di gestione nazionale, magari anticipato dalla diffusione di buone prassi, conseguite in via di autoregolazione”.