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Lago di Bomba, progetto Forest Oil, imprese turistiche contro il rilascio della concessione

bomba1bomba1Pescara. Il progetto Forest di impianto gas nel Lago di Bomba è incompatibile con il marchio Abruzzo e con il Piano triennale del turismo abruzzese presentato meno di due mesi fa.

A sostenere la tesi è Assoturismo-Confesercenti, che rappresenta oltre 1.500 imprese turistiche operanti in tutta la regione, che questa mattina ha presentato in Regione ed al ministero delle attività produttive le proprie osservazioni contro la richiesta di concessione di coltivazione della società americana Forest-Cmi S.p.A, filiale della Forest Oil Corporation. Il progetto, destinato a chiudersi nel 2030, interessa direttamente l´area di Bomba e prevede lo sviluppo del campo gas Monte Pallano, tramite la perforazione e la messa in produzione di cinque pozzi e la realizzazione di un Impianto per il Trattamento del gas estratto. La prima considerazione di Assoturismo, ancor prima delle pur dovute analisi economiche, è relativa alle preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei cittadini. “Già nel 1992» ricorda Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti “´Agip ha abbandonato il progetto di estrarre gas, proprio a causa della fragilità del sistema areale. Il giacimento, infatti, che potrebbe produrre un volume di gas pari a 44 volte la capacità del lago ma bastante a coprire il consumo nazionale solo per pochi giorni, interviene su un´area franosa, ad elevato rischio idrogeologico e in zona sismica 2, mettendo a rischio la stabilità della stessa diga”. A fronte di un ritorno economico del giacimento per le comunità locali configurabile nell´ordine di poco più di 100.000 euro all´anno per il comune di Bomba e di circa 40.000 euro all´anno per gli altri Comuni, e di un esiguo risparmio in bolletta per i bombesi, mentre i rischi e i danni per l´economia del Val di Sangro, e per la salute e la sicurezza dei cittadini del progetto Forest Oil, sono incalcolabili perché destinati a lasciare il segno per sempre. “Per la classe politica e dirigente della Regione Abruzzo”, sottolinea Zunica, “autorizzare un simile impianto significherebbe non solo assumere la responsabilità di una tragedia annunciata, ma anche assumere la responsabilità di chiudere le prospettive di uno sviluppo economico sostenibile e di lungo periodo per tutta l´area”. L´area interessata dalla Forest Oil, oltre ad essere vicinissima a 2 importanti aree di interesse comunitario è totalmente ricompresa in un´area di interesse archeologico, in cui è stato portato alla luce un inestimabile patrimonio di resti di epoca ellenistica romanica. Il progetto oltre a minacciare gravemente il futuro di tutta l´attività turistica, basata sul turismo-natura, della provincia di Chieti che attrae più di 1.200.000 presenze all´anno, vanificherebbe gli investimenti effettuati fino ad oggi per lo sviluppo del settore all´interno della Val di Sangro e, tra gli ultimi in ordine di tempo, l´investimento di diversi milioni di euro effettuato per il miglioramento della viabilità e la creazione delle strutture necessarie ai Giochi del Mediterraneo dello scorso anno. “Il progetto”,  ricorda ancora il presidente di Assoturismo-Confesercenti «non è coerente con il progetto Ape-Appennino parco d´Europa, con la pianificazione delle attività della comunità montana, le produzioni agricole e vitivinicole di qualità dell´area, l´immagine verde del marchio Abruzzo e con il piano triennale del turismo presentato il 23 marzo scorso. Tutti gli interventi compiuti vanno nella direzione di un percorso di crescita equilibrato che possa garantire il benessere delle comunità locali nel rispetto della storia, della cultura, delle tradizioni e del patrimonio naturalistico del territorio. Il modello di crescita economica deve seguire regole certe e condivise con una pianificazione di lungo periodo che tenga nel dovuto conto la qualità del futuro delle prossime generazioni”.