“Le Regioni devono continuare a farsi portatrici delle istanze di chi si batte per fermare la deriva petrolifera nel mare italiano e nel Mediterraneo in generale e devono loro stesse essere protagoniste di questa battaglia”. E’ una decisa opposizione quella espressa da Giuseppe Di Marco, presidente di Legambiente Abruzzo, alle dichiarazioni del premier Matteo Renzi che, durante l’ultima direzione del PD, ha fatto intendere che il Governo ha intenzione di andare avanti sulla petrolizzazione del mare e di non voler aprire un confronto con cittadini, associazioni, imprenditori e amministrazioni locali e regionali che anche in queste ultime settimane hanno fatto sentire la loro voce.
“E’ assurdo continuare a negare l’evidenza”, sostiene, infatti, Legambiente, “sostenendo che oggi nel mare italiano non c’è nessun rischio di petrolizzazione, ma solo attività di ricerca o prospezione. Infatti l’obiettivo è di cercare nuovi giacimenti e a richiederle sono sempre le compagnie petrolifere. Senza considerare che anche queste attività hanno un notevole impatto sull’ecosistema marino, utilizzando la dannosa tecnica dell’airgun”.
Un secco “no” alla petrolizzazione dell’Adriatico e in particolare al progetto “Ombrina Mare”, dunque, per Legambiente che ricorda come durante l’incontro tra alcune Regioni e il ministero dello sviluppo economico, svolto lo scorso 29 luglio, sia stata proposta la moratoria delle richieste in corso per valutare anche gli impatti di questo genere di attività. E questo nonostante siano già stati firmati i decreti di Via da parte dei ministeri competenti per il nulla osta ambientale dei progetti Ombrina mare, nell’Adriatico abruzzese, e Vega B nelle coste ragusane.
“Ancora una volta”, continua Di Marco, “facciamo appello alle Regioni per mantenere gli impegni presi, durante il coordinamento delle Regioni il 24 luglio a Termoli e, poi, il 29 luglio al Ministero dello Sviluppo Economico. Allo stesso tempo chiediamo alla regione Abruzzo e agli amministratori locali di sostenere l’immediata istituzione del Parco della Costa teatina come scelta politica non derogabile sullo sviluppo economico, sociale e ambientale che l’Abruzzo ha rimarcato con i 40 mila a Pescara e i 60mila a Lanciano. Non è più il tempo della politica del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma è arrivato il momento di scelte credibili. Oggi i governatori regionali possono mettere in campo, come hanno dichiarato più volte, tutti gli strumenti che hanno a disposizione per fermare la strada scelta e intrapresa con forza dall’attuale Governo”.