Terremoto L’Aquila, Gianni Chiodi a “Porta a Porta” promette inizio ricostruzione entro l’anno

chiodi_porta_a_portaRoma. “Quando rinascerà L’Aquila?”. È questo l’interrogativo di “Porta a Porta”, il talk show di Bruno Vespa interamente dedicato, questa sera, alla ricostruzione aquilana. Ad un anno dal sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese, il popolo delle carriole, in collegamento dalla piazza antistante la chiesa delle Anime Sante, ha chiesto spiegazioni in merito ai tanti perché che in questi dodici mesi si sono succeduti.

Ad essere messe sotto accusa sono state, soprattutto, le dimenticanze relative alla zona rossa, che gli aquilani hanno descritto quasi come un centro storico abbandonato a se stesso, mentre L’Aquila stessa sarebbe diventata, secondo i suoi abitanti, una passerella mediatica.

Dov’è, dunque, il miracolo aquilano? Secondo Gianni Chiodi, governatore della Regione Abruzzo presente in studio, quella con cui si è fatto fronte all’emergenza sarebbe stata la migliore tra le scelte prese in considerazione. Priorità alle abitazioni, dunque, ben sapendo che il centro storico non sarebbe mai stato ricostruito in poco tempo. “La nostra scelta ha pensato prima di tutto  alla dignità” ha sottolineato il presidente. “Adesso avrà inizio la ricostruzione vera e propria”.

Mentre i cittadini si dichiarano molto dubbiosi sui tempi tecnici necessari per rivedere L’Aquila “risanata”, Chiodi, Massimo Cialente e lo stesso ministro Giorgia Meloni promettono: “Entro l’anno si inizierà a ricostruire. Finora abbiamo gestito l’emergenza”.

Ecco allora di nuovo sotto i riflettori un altro problema sollevato dalla popolazione, desiderosa di partecipare al nuovo futuro de L’Aquila: la rimozione delle macerie. Sono ancora oltre 4 milioni, infatti, le tonnellate da rimuovere per lasciar spazio alla ricostruzione. Ripercorsi, in trasmissione, le difficoltà dei primi mesi, prima da parte del Comune de L’Aquila e poi dalla stessa Protezione Civile. Anche in questo caso, però, Vespa scuce una seconda promessa. Due anni e le macerie saranno completamente rimosse, come dopotutto lo stesso ministro Prestigiacomo aveva anticipato in una sua recente visita a L’Aquila.

 

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