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Parco Nazionale Abruzzo, area wilderness per ricordare il pittore Charles Moulin

L’Aquila. Charles Lucien Moulin, “Monsieur” per quanti lo hanno conosciuto in vita ed in particolare per gli abitanti delle borgate che formano il Comune di Rocchetta a Volturno nell’estrema parte meridionale delle montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, è stato ed è ritenuto un pittore di notorietà, di origini francesi della scuola di Matisse.

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Per seguire la sua passione, dopo avere vinto l’allora prestigioso “Prix de Rome” che lo portò a Roma sul finire del XIX secolo, egli, come tanti pittori europei di fine ottocento, si innamorò dell’Italia e soprattutto dell’Itala centrale, fino a fargli scoprire quei luoghi, un tempo più remoti di quanto non siano ancora oggi, che sono i paesi e le montagne dell’alto Volturno e delle Mainarde, tra le province di Isernia (Molise) e Frosinone (Lazio).

Qui, a partire dal 1919, egli scelse e stabili la sua residenza nel paesino di Castelnuovo; come altri pittori era anche lui alla ricerca della “luce” o, almeno, della luminosità di quei panorami di montagne a cui non era abituato, lui che veniva da una zona affatto montagnosa. E lì la trovò, finendo per rimanervi, salvo per brevi periodi, per oltre quarant’anni, fino al giorno della sua morte, nel lontano 1960. Abitava in una misera abitazione di quei luoghi rurali, trascorrendo il tempo dipingendo personaggi, paesaggi e scorci locali, accumulando dipinti che non volle mai mercificare per sostenersi, sebbene li donasse spesso proprio per questo.

Sovrastava e sovrasta tutt’ora quel luogo, il Monte Marrone: un’erta montagna che lì chiude a sud la lunga catena dei monti che hanno inizio dalla Marsica abruzzese e dall’alto Sangro e che gli antichi popoli sanniti chiamavano “Catena dei Monti Acze”; una montagna tanto dirupata e selvaggia da fungere da rifugio sia per l’Orso marsicano sia per un nucleo di Camosci appenninici, ma anche di rarità botaniche come l’autoctono Pino nero che tanti credevano e credono presente solo nella più famosa “Camosciara”.

Su quella montagna, poi baluardo martoriato dal fronte dell’ultima guerra mondiale, proprio in vetta, dove la foresta dei faggi lascia il posto ai pascoli di una vasta prateria d’alta quota, egli costruì (o riattò) un’antica capanna di muri a secco con un tetto di cotica erbosa posata su tavolati e travature. E lì visse tante e tante estati di quegli anni, dipingendo e forse piuttosto anche riflettendo sulla vita e sulla bellezza degli scenari che lo circondavano, affascinato dalla loro luminosità: come un’eremita dei tempi moderni.

Oggi il Comune di Rocchetta a Volturno (Isernia), dopo che aveva già deciso una valorizzazione della montagna e della figura di Monsieur Charles Moulin, auspicata dai tanti che lo conobbero, lo stimavano e ne raccolsero i dipinti (alcuni esposti anche in importanti musei di New York, Parigi, Londra e Lille), ha accolto la proposta dell’Associazione Italiana per la Wilderness che cosa migliore per ricordarlo sarebbe stata anche quella di salvaguardare il Monte Marrone preservandolo quale era quand’egli lo visse e quale ancora è rimasto nonostante alcune opere poi realizzate per renderlo più agibile, con un’Area Wilderness di 610 ettari che tramandi per sempre quei luoghi e scenari selvaggi quali “Messié” li aveva vissuti, ammirati ed apprezzati; cosa che è stata fatta con una deliberazione approvata all’unanimità del Consiglio comunale il 22 giugno scorso designando autonomamente l’Area Wilderness “Monsieur Charles Moulin”; una sigla conservazionista ed una denominazione che è ulteriore garanzia di salvaguardia benché il luogo ricada interamente nei limiti e sia già difeso dai vincoli imperiosi del Parco Nazionale d’Abruzzo, che per il Comune rappresenta anche un rivendicare i diritti sulla propria terra. Questo settore di Area Wilderness, che comprende anche il prossimo Monte Castelnuovo dominante sull’omonimo paese, viene ad aggregarsi al mosaico che sta sempre più dando forma alla più vasta Area Wilderness Catena dei Monti Acze, già costituita dai settori di altri tre Comuni limitrofi, quali San Donato Val Comino, Vallerotonda e San Biagio Saracinisco (Frosinone), per un totale di 3.245

Ora l’AIW, con l’interessamento anche del suo nuovo Presidente onorario Vittorio Sgarbi, noto esperto ed appassionato d’arte, collaborerà con l’amministrazione comunale (e magari col Parco Nazionale d’Abruzzo) sia alla valorizzazione della montagna sia all’allestimento di un museo che in paese possa raccogliere originali o copie delle tante opere ed altri ricordi del personaggio Charles Moulin che dalla lontana Lille (Francia) venne a farsi molisano forse più di quanto non siano stati gli stessi molisani che lo “adottarono”, fino a lasciare in questa terra anche le sue spoglie; spoglie che presto riposeranno in una nuova e meno anonima tomba ai piedi o di fronte alla “sua” montagna da oggi per sempre Area Wilderness alla sua memoria.