Assunzioni Regione Abruzzo, Chiodi rinvia il documento contestato da Di Croce (IdV)

gianni-chiodiL’Aquila. Gianni Chiodi avrebbe rinviato “sine die”, durante il Consiglio regionale di ieri,  il documento che gli consentirebbe di pagare a peso d’oro il suo staff e di assumere un numero illimitato di dipendenti presso la sua segreteria. Lo rende noto Alberto Di Croce, esponente IdV di Teramo, che continua a sollevare dubbi sui collaboratori di cui si circonderebbe il presidente della Regione Abruzzo. “Dopo le scuse a mezzo stampa” spiega a riguardo il politico, “con la stessa velocità della luce con la quale aveva fatto approvare la legge avrebbe dovuto far cassare dal Consiglio regionale la norma contestatagli persino da un ministro come Fitto. Invece non lo ha fatto. Nel panorama degli scandali abruzzesi c’è sempre questa grande sproporzione fra l’ambizione sconfinata dei protagonisti e la loro modestia”.

Secondo Di Croce, inoltre, nell’ambito dell’indagine che ha coinvolto la Protezione Civile, Chiodi vorrebbe apparire per quello che, invece, non sarebbe. “Un politico estraneo al sistema gelatinoso su cui i magistrati di Firenze hanno fatto scattare le manette” specifica, infatti. “Ma allora, se così è, perché non risponde alle domande che gli poniamo, perché non parla dei suoi rapporti di lavoro e delle ditte denunciate su “L’Espresso”?”.

Il politico teramano si chiede, ad esempio, il perché di tanto silenzio sulla presidenza del collegio dei revisori dell’Enit, carica che sarebbe ricoperta dal collega di studio del governatore. O perché, in Consiglio regionale, la maggioranza rifiuterebbe il confronto sulla ricostruzione delle case popolari a L’Aquila.

“Queste domande Chiodi le ha affogate nella gelatina del suo potere, oggi immenso” tuona Di Croce, “che infastidisce di fronte alle domande dell’opinione pubblica e crede che la democrazia sia mettere un voto nell’urna ogni cinque anni e che questo gli consenta di comportarsi come il padrone dell’Abruzzo. La nostra regione non è il suo studio da commercialista, gentile governatore. Il suo partito, seppure di maggioranza, non ha lanciato una OPA sulle istituzioni regionali. Prima o poi arriva sempre il conto”.

 

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