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Villa Pini, la rabbia dei dipendenti: sospeso il consiglio regionale

Al grido di “vergogna, vergogna”, circa duecento dipendenti di Villa Pini e Stan-Stefar hanno preso d’assedio l’Aula consigliare del Comune di Pescara in cui si stava svolgendo la seduta del Consiglio regionale. 

Una protesta indignata scandita da urla e fischi rivolti ai consiglieri regionali, che hanno costretto il vice presidente vicario del Consiglio Giorgio De Matteis, a sospendere la seduta, in attesa che venga ristabilito l’ordine in aula.

Al momento, gli agenti della Digos e della Squadra mobile stanno cercando di contenere i contestatori. 

Intanto, la maggior parte dei Consiglieri ha abbandonato l’aula, mentre l’assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni, ha preferito affrontare la contestazione.

“Non c’e’ nessuno che debba vergognarsi” ha detto ai dipendenti “e vi invito a sospendere questo tipo di iniziative che non aiutano in alcun modo a risolvere i problemi”.

Acerbo (Prc): “legittima la protesta dei lavoratori”. 

Di fronte alla negligenza con cui il Presidente e la giunta stanno affrontando un’emergenza paragonabile a quella di Termini Imerese non poteva che esasperare persone che da mesi devono lavorare senza percepire retribuzione. La chiusura improvvisa dei lavori va precisato che è da attribuirsi all’isteria del Presidente del Consiglio Pagano. Come ho ripetuto per la centesima volta stamattina è pazzesco che la giunta non abbia trovato il tempo o la voglia di intervenire per quanto di sua competenza anche in una situazione oggettivamente complessa. Ancora non viene chiarito per quale scenario futuro si stia lavorando e con quale strategia. Ma soprattutto non si fa nulla per alleviare un’emergenza sociale che oggi le lavoratrici hanno ben evidenziato.

Mutui. “E’ possibile che la giunta non abbia ancora convocato le banche per chiedere la sospensione e la post-tergazione dei mutui per lavoratori che sono obbligati a garantire le loro prestazioni pur non ricevendo retribuzione e, quindi, che non rientrano negli ammortizzatori sociali né possono accedere ai meccanismi fissati da Tremonti con le banche? E’ una cosa elementare eppure nulla è stato fatto”

Commissariamento. “I centri SAN.STEF.A.R. non rientrano per ora nel fallimento e nella cassa integrazione. I lavoratori devono su richiesta della Regione continuare a garantire la continuità dei trattamenti terapeutici ai pazienti nonostante la sospensione degli accreditamenti. Se devono continuare a lavorare per la Regione al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza come si fa a non prevedere una modalità immediata di pagamento? Da mesi sostengo, che come è accaduto in tanti altri casi, la Regione deve richiedere ufficialmente ai Prefetti di commissariare i centri San.Stef.A.R. al fine di consentire l’erogazione di un servizio sanitario essenziale per pazienti che non possono interrompere la riabilitazione.
Se i Prefetti tentennano si intervenga sul governo! (A proposito dove sono i parlamentari abruzzesi? Di Stefano oggi era a Chieti a fare campagna elettorale). Chiodi è commissario, qualcuno lo avvisi”.

Affitti. “Se è vero che la giunta regionale non vuole favorire altre realtà della riabilitazione privata eviti la chiusura dei centri per morosità (Angelini non paga da tempo gli affitti). Quello di Chieti ha già chiuso perchè nessuno della Regione si è preoccupato di richiedere il rinvio dello sfratto! Cosa aspettiamo? Che chiudano tutti e che i pazienti vadano presso altre strutture private? Potrei elencare altre decine di cose concrete e fattibili che Chiodi e la sua giunta non hanno nemmeno preso in considerazione in questi mesi e in questi giorni.   Non posso quindi che esprimere la mia più totale solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che oggi hanno dovuto alzare la voce per attirare l’attenzione su una situazione diventata insostenibile ”.

Marina Serra