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Venturoni ad Atri ipotizza alternative agli ospedali

Pescara. È stata presentata questa mattina l’attività e la strumentazione dell’Unità di Gastroenterologia dell’ospedale di Atri alla presenza dell’assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni.

Si tratta, più in particolare, di un ecoendoscopio ad alta magnificazione ed un ecolaser adibito ai servizi di endocrinologia, radiologia e gastroenterologia dello stesso presidio sanitario, entrambi frutto di una donazione da parte della Fondazione F.O.G.I. Onlus Santa Rita.

L’iniziativa della Fondazione, che agisce senza scopo di lucro ed è presieduta dal professor Umberto Nocelli, rientra in un progetto che mira, in prospettiva, alla creazione di un polo oncologico territoriale. Un progetto che, come ha sottolineato durante la presentazione lo stesso Venturoni, è pienamente condiviso dalla Regione Abruzzo, in quanto eviterebbe lunghe degenze ai pazienti in ospedale, facendo così risparmiare al sistema sanitario regionale almeno il 50% dei costi delle prestazione. Le strumentazioni donate permettono, infatti, di eseguire le stesse cure in poche ore in regime di day-hospital. “Del resto” ha sottolineato l’assessore regionale, “il futuro della sanità dovrà per forza prevedere alternative valide agli ospedali, almeno per quelle patologie che possono essere curate ambulatorialmente. Le professionalità sono già eccellenti, il passo ulteriore da compiere è nell’ambito dell’organizzazione sanitaria”.

L’econedoscopio attivo ad Atri è uno dei cinque presenti in tutta Italia. Attraverso l’utilizzo di una sonda consente di studiare più approfonditamente le pareti dell’apparato digerente, oltre che gli organi intra-toracici e intra-addominali ad esso adiacenti.La sonda consente anche di prelevare campioni di tessuto attraverso un ago o di immettere sostanze, a seconda delle necessità. Inoltre, può fungere da supporto per inserire drenaggi sotto continuo controllo ecografico dell’ago.

In circa tre mesi di operatività, ad Atri l’ecoendoscopio ha consentito di trattare già 60 casi con tempi di attesa quasi pari a zero. L’esame dura complessivamente non più di trenta minuti. L’ecolaser, invece, serve per elimenare i noduli tiroidei.

Si tratta di un’applicazione estreamente importante se si considera che in Abruzzo, su una popolazione di 1 milione 300mila abitanti, oltre il 30% è interessato da tali patologie che sono benigne per il 95% dei casi.

I casi trattati finora ad Atri sono dieci. Intanto, la stessa Fondazione, anche attraverso la partecipazione di ditte elettromedicali, di istituti di credito, enti pubblici e privati, ha acquistato un ecografo per la chirurgia e la laparoscopia con sonde con mezzo di contrasto a beneficio del Dipartimento di Scienze chirurgiche dell’Univesità “D’Annunzio” di Chieti e un apparecchio per la chemio ipertermia intraoperatoria destinato, invece, al Dipartimento oncologico dell’ospedale civile di Pescara.