L’Aquila. Conferma dell’assoluzione di primo grado per alcuni reati, e della prescrizione per altri, per il Governatore d’Abruzzo Luciano D’Alfonso e gli altri imputati per le tangenti a Pescara nel processo d’appello per l’inchiesta denominata ‘Housework’.
Lo ha chiesto il procuratore della Corte d’Appello dell’Aquila, Nicola Picardi. Unica eccezione, la condanna per tentata concussione chiesta per Guido Dezio, all’epoca braccio destro di D’Alfonso.
Ha preso il via, questa mattina, davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila l’udienza riguardante l’inchiesta denominata “Housework” su presunte tangenti negli appalti pubblici al Comune di Pescara, che il 15 dicembre 2008 porto’ all’arresto dell’attuale governatore abruzzese Luciano D’Alfonso, all’epoca dei fatti sindaco del capoluogo adriatico, del suo ex braccio destro Guido Dezio e dell’imprenditore Massimo De Cesaris. In primo grado la vicenda si concluse con l’assoluzione di tutti e 24 gli imputati. Il ricorso pero’ riguarda la posizione di D’Alfonso e di altre 17 persone. Il procuratore generale Ettore Picardi, oggi, ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati relativamente alla maggior parte dei capi di imputazione oggetto del ricorso; per sei accuse ha invece chiesto la prescrizione. Solo per Dezio, inoltre, ha chiesto una condanna di 2 anni e 6 mesi relativamente pero’ al reato contestato al capo B, cioe’ tentata concussione. Da questa accusa, riguardante la gestione del bar del Tribunale di Pescara, Dezio era stato assolto in primo grado. La prossima udienza si terra’ il 30 marzo e in quella occasione e’ prevista anche la sentenza. A fare ricorso contro l’assoluzione di D’Alfonso, coinvolto nei fatti in qualita’ di sindaco di Pescara, emessa in primo grado dal Tribunale di Pescara l’11 febbraio 2013, il pm Gennaro Varone. Il ricorso riguarda poi Guido Dezio, Massimo De Cesaris, Angelo De Cesaris, Pierpaolo Pescara, Fabrizio Paolini, Rosario Cardinale, Giacomo Costantini, Nicola Di Mascio, Pietro Colanzi, Alberto La Rocca, Carlo Toto, Alfonso Toto, Giampiero Leombroni, Marco Mariani, Francesco Ferragina, Antonio Dandolo, Vincenzo Cirone. L’appello, inoltre, non riguarda tutti i capi di imputazione. Gi imputati erano accusati, a vario titolo, di reati che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, alla concussione, alla tentata concussione, all’abuso, al peculato alla truffa, al falso, all’appropriazione indebita. In primo grado il pm aveva chiesto per D’Alfonso e Dezio sei anni di reclusione, due anni e sei mesi per gli imprenditori Toto. Vari i filoni dell’inchiesta, tra cui l’appalto per le aree di risulta e quello relativo al project financing dei cimiteri cittadini.
Nello specifico, il pg Ettore Picardi ha chiesto la conferma dell’assoluzione emessa in primo grado per l’accusa di associazione per delinquere e, tra le altre cose, relativamente alle vicende riguardanti l’area di risulta e i regali (cene, viaggi, biglietti aerei) della famiglia Toto a D’Alfonso, il servizio di vigilanza del Tribunale di Pescara, il biglietto aereo per Almeria per il figlio dell’ex sindaco, la pubblicita’ istituzionale. Gli episodi per cui ha invece chiesto il non doversi procedere in quanto estinti per intervenuta prescrizione sono relativi alla villa di Lettomanoppello dell’ex sindaco, all’appalto per l’affidamento del calore al Tribunale di Pescara e al project financing dei cimiteri cittadini. Per questi episodi in primo grado c’era stata l’assoluzione. La sentenza della Corte d’Appello, presieduta dal giudice Luigi Catelli (giudici a latere Aldo Manfredi e Armanda Servino), e’ prevista per il 30 marzo prossimo.
L’INVITO DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE “PRESIDENTE NON VINCA A TAVOLINO, GIOCHI LA SUA PARTITA”
E’ di oggi la notizia che la Procura Regionale chiede l’assoluzione di Luciano D’Alfonso, ribaltando il parere della Procura di Pescara. La richiesta del Procuratore Generale preannuncia una probabile assoluzione. Abbiamo fiducia nella magistratura e non contestiamo il suo operato, ma i cittadini hanno bisogno di limpidezza, maggiormente da chi li governa.
A salvare D’Alfonso sarà ancora una volta la prescrizione, un salvataggio da reati gravissimi per un Presidente di Regione: corruzione e truffa. Il Movimento Cinque stelle ha fatto dell’onestà una ragione di vita, non solo politica. Ed è per questo che al Presidente D’Alfonso chiediamo di rinunciare alla prescrizione e di andare a Processo perché, se la sua onestà è reale, ha la straordinaria possibilità di poterla dimostrare in sede di processo.
Luciano D’Alfonso sembrerebbe già prescritto per finanziamento illecito ai partiti. Per il processo Mare Monti, tra rinvii e slittamenti, la prescrizione probabilmente sarà ancora una volta l’arma vincente di chi sostiene, con veemenza ed orgoglio, l’assoluta estraneità ai fatti in aula di Consiglio.
“Quello che chiediamo al Presidente” continuano i penta stellati “ è di fare un grande gesto verso quella coerenza e quella solidità intellettuale che spesso ha usato per presentarsi ai cittadini. Venire assolto per prescrizione è come festeggiare la vittoria di una partita che non si è mai giocata e che si è vinta a tavolino per assenza dell’avversario. Dal Governatore D’Abruzzo i cittadini si aspettano ben altro. Si aspettano che scenda in campo e combatta. Se ha il fiato per correre, se ha la forza di lottare e se l’avversario, come spesso lui stesso sostiene, è debole, non avrà alcun problema a vincere la sua partita”.