Gentile Luciano D’Alfonso,
eccoci qui, al capolinea petrolio. E’ tutto nelle sue mani adesso, che le piaccia o no. Sono almeno otto anni che in Abruzzo si parla di trivelle, dal Centro Oli ad Ombrina. E se di petrolio si parla solo in questa regione e non se ne vivono ancora miasmi, fiammate e acque inquinate e’ solo per la resistenza eroica del popolo d’Abruzzo.
Di strada ne e’ stata fatta tanta: dal primo gruppetto di residenti di Tollo riuniti nel Comitato Natura Verde, alle manifestazioni a cui mai avevano partecipato cosi in tanti, fino ad arrivare agli incontri internazionali all’Unione Europea, a cui ho avuto l’onore di partecipare.
La societa’ civile poteva fare di piu’? Certo. Potevo fare di piu’ io? Certo. Si puo’ sempre fare di piu’. E infatti, sono sicura che ci saranno presto manifestazioni, eventi, parole e dibattiti. Alcuni saranno sinceri, altri opportunistici.
Ma resta il fatto che stringi stringi, tutto dipende da lei, perche’ e’ lei che ci rappresenta presso le istituzioni centrali, ed e’ lei che ha liberamente scelto di farsi interprete della voce del popolo d’Abruzzo. In questo caso, la voce e una sola: nessuno vuole Ombrina Mare.
Lei arriva sulla scia dei terribili fallimenti di Gianni Chiodi, la cui piu totale incapacita’ di prendere decisioni e di essere proattivo ha fatto si che non si potesse arrivare alla parola fine gia’ nel 2010, quando il Ministero dell’Ambiente decreto’ la prima bocciatura di Ombrina.E poi ci sono stati i fallimenti di Giovanni Legnini il cui atteggiamento ponziopilatesco ha solo rabbonito gli animi momentaneamente.
Invece di lavorare per il no ad Ombrina e la chiusura vera di tutti i mari italiani entro le 12 miglia, mentre era sottosegretario del ministero dell’economia, ha semplicemente tirato fuori la storia dell’AIA, prendendo tempo e lasciando la patata bollente ad altri – incluso lei. E potrei citare altri che secondo me sono stati venditori di fumo, dell’uno e dell’altro schieramento politico, Fabrizio Di Stefano, Stefania Pezzopane, Mauro Febbo, tutti bravi a fare comunicati stampa ed incapaci di far valere le ragioni del buon senso per l’Abruzzo e per il resto d’Italia.
Ma questa e’ la storia passata. La storia futura e’ quella che scrivera’
lei.
Un sacco di gente mi scrive sul “cosa dobbiamo fare adesso”.
Beh, la risposta, secondo me, e’ una sola.
Lei, Luciano D’Alfonso, deve fare tutto cio’ che legalmente e’ possibile contro Ombrina usando tutti i canali istituzionali. Ricorsi, riesamini, appelli. Tutto. Ma soprattutto, deve tirare fuori tutta la sua grinta, la sua caparbia, la sua volonta’ e deve fare di Ombrina la sua missione personale. Lo sappiamo tutti che le partite in Italia si giocano dietro le quinte. E’ li che i petrolieri e gli speculatori, in una democrazia debole come quella del nostro paese, hanno via libera. E’ li che fanno i patti del diavolo con i politici che solo menti malate possono concepire.
Ed e’ li dove noi popolo non possiamo arrivare. Ma lei si. Non basta che i suoi sottoposti facciano affermazioni qualunquiste alla stampa sul “continuiamo la lotta”. Lei deve mettersi li in prima persona e spendere tutto quello che ha, chiamando Matteo Renzi, Gianluca Galletti, quelli del Ministero dell’Ambiente, chiunque possa avere voce in capitolo, e li deve chiamare tutti i santi giorni, li deve ossessionare su questa storia che Ombrina non s’ha da fare. Deve esigerlo.
Deve andare su tutte le testate giornalistiche e in tutte le trasmissioni televisive nazionali a denunciare lo scandalo di Ombrina – ambientale e democratico. E lo deve fare con ardore, con passione. Si deve vedere che lei e’ un cittadino scandalizzato e innamorato dell’Abruzzo, per il quale non possono esserci compromessi o prescrizioni, e non un politico
tuttappostista. Si deve vedere che lei ci tiene. Deve essere uno di noi che parla, PD o non PD.
E lo so bene che qui ci sono i giochini della realpolitik, gli stessi che hanno fatto di Chiodi e Legnini delle caricature patetiche di statisti e che li faranno ricordare come mediocri. Ma questo e’ il prezzo da pagare se si vuole essere memorabili e non canne al vento.
La democrazia, in teoria, funziona che gli interessi del popolo vengono prima di ogni altra cosa. Essere governatore significa non solo avere accesso ai privilegi, significa fare le cose difficili per il bene di tutti. Tutto l’Abruzzo e’ indignato adesso. Spero che lo sia anche lei e che sappia incanalare questa indignazione verso chi queste cose le decide.
La responsabilita’, adesso, e’ tutta sua.
E se lei si spendera’ per Ombrina senza accettare nessun compromesso, la gente non potra’ altro che amarla e rispettarla.
Ho dato tutto quello che avevo con il petrolio, fra mille rinuncie e sacrifici. Gliel’ho preparata l’opinone pubblica con tutta la professionalita’ di cui sono capace, giorno dopo giorno,smontando tutte, ma proprio tutte, le pseudoragioni dei petrolieri.A lei spetta adesso prendere tutta questa consapevolezza e trasformarla in vittoria, per i nostri polmoni, per la nostra democrazia e perche’ e’ giusto cosi.
Non lo so come andra’ a finire. Ma finche’ l’ultimo bullone non sara’ montato, si puo’ combattere. E si deve combattere per vincere, non per sceneggiatura.
Questo onore e questo privilegio spettano adesso, per primo di tutti,a lei, Luciano D’Alfonso.
Los Angeles, Maria Rita D’Orsogna