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Villa Pini: Chiodi firma la sospensione all’accreditamento. L’indagine passa alla Procura di Chieti

Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha firmato questa mattina i provvedimenti che sospendono gli accreditamenti sanitari a quattro strutture del Gruppo Villa Pini. Le strutture interessate alla sospensione dell’accreditamento sono: Santa Maria, Villa Pini, Maristella e La Cicala. Le strutture, seconda le legge regionale, nei cui confronti operi la sospensione non possono erogare prestazioni per conto del Servizio sanitario, ad eccezione di quelle relative ai pazienti già ricoverati. Questi ultimi sono trasferiti ad altra struttura pubblica o privata accreditata entro 90 giorni dalla sospensione.
Nel frattempo l’inchiesta Villa Pini passa dalla procura di Pescara a quella di Chieti, cioè da Nicola Trifuoggi al collega Pietro Mennini, ex collaboratore del magistrato pescarese. Dall’indagine portata avanti dalla Procura di Pescara pare che Angelini avesse distratto soldi dai conti delle sue attività, nonostante le difficoltà finanziarie di dimensioni tali da non essere in grado di pagare con regolarità dipendenti e fornitori. Ora l’inchiesta passa a Chieti, già alle prese con altri due casi: quello sollecitato dalla commissione parlamentare di Ignazio Marino sulle case di riabilitazione lager, e l’altro sulle cartelle cliniche false. Al momento Mennini ha nominato un consulente che analizzi tutti i movimenti finanziari di Angelini.
Ieri mattina al tribunale di Chieti sono state depositate alcune richieste di fallimento nei confronti di Villa Pini, rischiando dai far saltare in aria un’azienda di1800 lavoratori. Il giudice del fallimento ha stabilito l’udienza per il 9 febbraio
Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd abruzzese, è intervenuto sull’apertura dalla procura di Chieti dell’indagine a carico di Angelini per bancarotta: “le nostre domande sulla distrazione di fondi aziendali da parte di Angelini oggi emergono con più forza perché siamo nel mezzo di un pasticcio politico enorme” ha spiegato Paolucci, “con una Regione immobile e 1.500 famiglie ormai sul lastrico. Chiodi ha aspettato nove mesi per dire ai lavoratori che il risparmio sui conti sanitari si farà sulla loro pelle, e questo è inaccettabile” ha concluso Paolucci, “perché una cosa è certa: i posti di lavoro si possono salvare”.