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Chieti, perchè il progetto InTe è ancora lettera morta?

Abbiamo già parlato il 31 gennaio 2013 degli “sporchi giochi” che ci sarebbero stati ad alti livelli, orchestrati non si sa da chi che hanno fatto chiudere la Cartiera teatina “Burgo” che fino al 2008 aveva bilanci in attivo e lasciato senza lavoro tantissime persone in cassa integrazione.

A tal proposito, abbiamo pubblicato la video intervista all’Ing. Domenico Menna, portavoce degli ex dipendenti della Cartiera che aveva annunciato azioni giudiziarie da parte dei lavoratori se il progetto “IN.TE.” sarebbe restato “lettera morta” e che ha chiamato in ballo le dichiarazioni dell’ex Sindaco di Chieti Francesco Ricci nel Consiglio Comunale del 9 marzo 2012 per comprendere le “verità” nascoste dietro lo “sporco” affare della chiusura della “Burgo”, parole documentate dalla delibera di C.C. n.339/2012
(vedi anche: http://censorinoteatino.blogspot.it/2013/01/le-verita-nascoste-dietro-la chiusura.html ).Se venissero confermate queste manovre descritte dall’ex Sindaco Ricci, comprenderemmo sicuramente le cause che hanno impedito il rilancio economico dell’area ex Burgo di Via Piaggio nel cuore commerciale ed industriale della città di Chieti, che, in realtà, subisce ormai da anni la mortificazione di ogni sua esigenza ed aspettativa di sviluppo, probabilmente per ragioni occulte diverse da quelle della collettività. L’ex Sindaco Francesco Ricci dichiarò verso la fine del suo discorso che “l’ultimo atto che ho fatto a Dicembre 2009 prima di perdere le elezioni è stato quello che quando il responsabile del Progetto IN.TE. chiedeva il permesso al Comune di iniziare le demolizioni ho scritto di mio pugno, spero che questa cosa si ritrovi negli archivi del Comune di Chieti, si può demolire solo quando ci sarà l’elenco delle aziende con il numero dei dipendenti e le persone che verranno riassunte” perché credeva che la cosa più giusta da fare era l’ “idea di lavorare su un progetto globale che prevede tutta la Val Pescara”. Infine, concluse con un auspicio positivo: “io mi auguro che questo procedimento e questo lavoro che si sta facendo possa avere una soluzione definitiva, ma sopratutto sono disponibile a lavorare fianco a fianco a chi ha dimostrato che vuole risolvere questo problema”.
A seguito del nostro servizio, nel febbraio 2013 è intervenuto sugli organi d’informazione anche il WWF che tra l’altro ha proposto al Comune di Chieti “di pubblicare sul web tutti i dati relativi alla caratterizzazione ambientale dell’area e alle procedure di bonifica eventualmente condotte o previste e di procedere a un bilancio ambientale complessivo considerando le emissioni dirette delle aziende e quelle indotte, in primo  luogo dal traffico” perché ” è indispensabile garantire la massima trasparenza proprio a tutela dei lavoratori ex Burgo e dei cittadini tutti”.
Una prima risposta del Comune di Chieti alle dichiarazioni dell’allora Sindaco di Chieti e attuale Consigliere Comunale di opposizione Dott. Francesco Ricci, pubblicizzate dal nostro blog, c’è stata, secondo quando si è appreso dalla stampa locale, solo a settembre 2013, quando il Sindaco Umberto Di Primio annunciò che dal 25 settembre le imprese del progetto In.Te. si sarebbero insediate nell’area dell’ex Cartiera Burgo e avrebbero iniziato a convocare i lavoratori licenziati per dei colloqui occupazionali. Il Sindaco precisò inoltre che sette aziende del Lotto A avevano già sottoscritto preliminari di vendita con la Burgo Spa, tali aziende dovrebbero assumere complessivamente 16 lavoratori ex Burgo per il quale stavano attendendo solo la stipula della convenzione con il Consorzio Industriale relativa agli oneri di urbanizzazione, a detta del Sindaco, atto preliminare perché il Comune rilasci il permesso a costruire. I colloqui, secondo quanto precisato dal Sindaco Di Primio, sarebbero dovuti partire con i più giovani, gli under 40, anche perché i primi a cui scadeva la mobilità per poi estendersi man mano ai lavoratori di età superiore. Per il lotto B sarebbero state invece tre le aziende che al momento avrebbero fatto richiesta di insediamento e avrebbero dovuto assumere complessivamente circa 25 lavoratori. Il Sindaco Di Primio, infine, fece sapere che avrebbe sollecitato una conferenza di servizi per definire la caratterizzazione ambientale dell’area. Questo è quanto si diceva a settembre scorso, ma sui colloqui, sulle assunzioni e sulla concretezza dell’interesse da parte di aziende ad investire sull’area dell’ex Burgo, non si sa di preciso ancora nulla.
Le ultime notizie sulla vicenda “IN.TE.” per la riqualificazione dell’area ex Burgo, risalgono al marzo scorso, a seguito della relativa Conferenza dei Servizi con molte novità emerse, a cui hanno partecipato i rappresentanti della Burgo, della Provincia di Chieti, dell’Arta (l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente) della società Merlino Progetti (Società coordinatrice del progetto), del Consorzio Industriale Chieti – Pescara, oltre che l’Asessore all’ambiente del Comune di Chieti, Emilia De Matteo. Secondo quanto si apprende dalle dichiarazioni dell’Assessore De Matteo, sarebbe stato approvato un documento di analisi che certifichi l’assenza di rischio sanitario nell’area interessata dal progetto ed è stato annunciato il parere favorevole del Servizio rifiuti della Regione Abruzzo. “Questo importante documento – ha evidenziato a tal proposito l’Assessore Emilia De Matteo – rappresenta l’ultimo tassello per dare il via libera definitivo al concretizzarsi del Progetto In.TE aprendo di fatto la strada alla richiesta, che dovrà essere presentata nei prossimi giorni dalla Burgo SpA alla Regione Abruzzo, di un ulteriore periodo di cassa integrazione per i 163 lavoratori che entro la fine di questo mese ( n.d.r. marzo 2014 ) si sarebbero trovati in mobilità”. Inoltre, ha continuato la De Matteo “significativo da un punto di vista strettamente ambientale, è sottolineare l’importanza dell’intervento di bonifica ambientale di quell’area che migliora la qualità e offre maggiori garanzie sulla salubrità della zona a tutti i cittadini di Chieti”.
Dunque, secondo quanto si apprende dalle dichiarazioni agli organi d’informazione, prima del Sindaco Di Primio e poi dell’Assessore De Matteo, il progetto In.Te che coinvolgerebbe 18 aziende, ha l’obiettivo di ricollocare gli ex dipendenti della Cartiera “Burgo” e creare, nel lungo termine ulteriori opportunità occupazionali, ma fino ad oggi pare ancora pressoché “lettera morta”.
Pertanto, a tal proposito, sorgono spontanee delle domande su cui l’opinione pubblica cittadina deve avere delle risposte, sopratutto a tutela dei dipendenti della Cartiera che, certo non per colpa loro, hanno perso il lavoro:
1) Perché non partono ancora i lavori per il progetto In.Te? Cosa c’è sotto questi ulteriori ritardi?
2) Le aziende che si sono rese disponibili, sono veramente interessate ad investire nel progetto In.Te?
2) E’ stata stipulata la Convenzione con il Consorzio Industriale relativa agli oneri di urbanizzazione, a detta del Sindaco Di Primio, atto preliminare perché il Comune rilasci il permesso a costruire?
3) Che fine ha fatto il documento di analisi che certificherebbe l’assenza di rischio sanitario nell’area interessata dal progetto col parere favorevole del Servizio Rifiuti della Regione Abruzzo?
4) E’ sicuro che i dati ambientali registrati sono veritieri e non c’è pericolo per la salute umana?
5) Come se la passano oggi gli ex dipendenti che hanno perso il lavoro?
6) E’ stato ridato un ulteriore periodo di cassa integrazione per i 163 lavoratori che entro fine marzo si sarebbero trovati in mobilità?  
A questi quesiti l’opinione pubblica cittadina deve avere una risposta da chi di dovere per dare prima di tutto delle certezze agli ex dipendenti Burgo che hanno perso drammaticamente il lavoro e sperano che il progetto In.Te possa ridargli un nuovo impiego per tornare a vivere dignitosamente con le proprie famiglie con i loro sogni e i loro progetti.
TRATTO DA WWW.CENSORINOTEATINO.BLOGSPOT.IT