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Lettera aperta a Gianni Chiodi che vuole ricandidarsi per governare nuovamente l’Abruzzo

Lettera aperta a Gianni Chiodi che vuole ricandidarsi per governare nuovamente l’Abruzzo (RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE DA FRANCO SBROLLA)

Carissimo governatore della Regione verde d’Europa, da circa un mese, quando accedo a Facebook per colloquiare con gli amici, si inserisce, tra i tanti messaggi, una locandina che riporta la tua foto e il tuo stato di famiglia, così sponsorizzati: “Nasce a Teramo il 25 aprile 1961. Si sposa nel 1989 e dal matrimonio nascono tre figlie”.
E ogni volta c’è l’invito a cliccare “Dì che ti piace questa Pagina” per gustare il tuo menù elettorale.

Purtroppo, non essendovi alcuna possibilità di commentare in tempo reale, sono costretto a scriverti  per rievocare alcuni episodi accaduti durante il tuo mandato:
–  L’8 marzo 2011, la tua maggioranza respinse l’O.d.G. dell’opposizione, che ti aveva chiesto di rappresentare la contrarietà all’installazione delle centrali nucleari nella nostra Regione. In un’indagine pubblicata il 18 marzo 2011 dal quotidiano Il Sole-24 Ore, tra le 17 Regioni che si erano espresse al riguardo, solo l’Abruzzo aveva aperto le porte ai reattori atomici.

E così noi abruzzesi eravamo gli unici prescelti a sperimentare, sulla nostra pelle, gli effetti dei sempre possibili disastri ambientali, come quelli di Chernobyl e di Fukushima. Nel successivo Referendum del 12 e 13 giugno 2011, gli elettori della nostra Regione bocciarono le centrali nucleari con la percentuale “bulgara” del 95,7%, superiore alla media nazionale. E’ pur vero che da buon cittadino scegliesti l’astensione, ma la coerenza ti avrebbe dovuto suggerire di dimetterti all’istante.

–   L’8 maggio 2012, durante il Consiglio regionale, alzasti più di 100 volte il braccio per bocciare gli emendamenti presentati da 5 consiglieri dell’opposizione, che volevano salvare l’integrità della Riserva naturale Borsacchio. A futura memoria voglio ricordarti che a votare la vergognosa riperimetrazione della nostra area protetta furono, insieme a te, il capogruppo Pdl Lanfranco Venturoni, il consigliere Berardo Rabbuffo promotore della legge, il presidente del Consiglio Nazario Pagano, il consigliere Claudio Ruffini del Pd ed altri 21 consiglieri di centrodestra. Il tuo accanimento contro la Riserva è stato ancor più riprovevole in quanto la stessa Regione Abruzzo, nell’illustrare al mondo intero le peculiarità di quella stupenda oasi, così si esprime, tuttora, nel sito istituzionale: “La Riserva del Borsacchio è ancora un giardino fiorito da scoprire lentamente, ultimo baluardo di natura incontaminata in grado di resistere al triste fenomeno dell’avanzata incontrollata e scellerata del cemento, che ha devastato la maggior parte del litorale adriatico”.

–  Il 1° marzo 2013, la Confcommercio e il WWF organizzarono a Chieti un’Assemblea pubblica contro la piattaforma petrolifera Ombrina Mare. Partecipasti anche tu, ma quando cominciasti a parlare e affermasti di non aver ricevuto la lettera ministeriale, che sollecitava il parere della Regione, le contestazioni dei 400 partecipanti salirono di tono e ti impedirono di proseguire. Alcuni oratori divulgarono poi il documento smarrito e nessuno dei consiglieri regionali, deputati e senatori spesero una sola parola a tua difesa. C’era pure l’Arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, venuto a portare il conforto delle Chiese abruzzesi e molisane, tutte  contrarie  “a quei  progetti che mirano alla spogliazione della nostra economia agricola e turistica”.

E non poteva esserci una diversa reazione, in quanto, già nell’Assemblea Ecumenica di Basilea 1989, i delegati delle Chiese Cristiane vollero inserire, nel documento finale, la seguente Affermazione Fondamentale: “Consideriamo uno scandalo e un crimine il danno irreversibile che si continua ad arrecare al Creato”.

–  Il 12 luglio 2013, nonostante le tue ripetute affermazioni “di non aver mai concesso nessuna autorizzazione alle  società  petrolifere”,  il Ministero dello  Sviluppo Economico diede il  nulla osta
 all’istanza Colle dei  Nidi,  per la ricerca di  idrocarburi in nove  Comuni della  Provincia di  Teramo.

Guarda caso, tra gli allegati del Decreto di Conferimento, fa bella mostra la lettera della Regione Abruzzo, datata 24 gennaio 2013, che conferma il parere favorevole già enunciato nella Determinazione Dirigenziale D13/37 del 28 maggio 2008. E grazie alle mancate risposte ai solleciti ministeriali, ci sono adesso altre 4 istanze (Corropoli, Villa Mazzarosa, Villa Carbone e Cipressi) sotto la spada di Damocle dei possibili Decreti di Conferimento. In Provincia di Teramo i Comuni interessati sono 25, il territorio assoggettato è di 418,4 Kmq. e gli abitanti sono 238.688 (il 78% della popolazione residente). Un gran bel risultato da aggiungere al tuo palmares.

Carissimo governatore, la tua foto e il tuo stato di famiglia non ti daranno l’atteso supporto elettorale perché la verità sul tuo operato è venuta a galla, e il “sistema Teramo”, adottato in Regione, sta crollando così come crollò, il 17 febbraio 2006, la discarica La Torre. Un amaro ricordo di quando eri il sindaco di Teramo, e il tuo braccio destro era il vice sindaco Berardo Rabbuffo, che è stato  poi condannato a 1 anno e 4 mesi oltre al risarcimento delle parti civili.
Posso anche assicurarti che la mia voce non è una quella del deserto, essendo stata  amplificata dagli Organi d’informazione, dalle Associazioni ambientaliste e, buon ultimo, dal giornalista e scrittore Mariano Maugeri.

Che nell’inchiesta sulla malamministrazione, pubblicata il 18 gennaio 2014, ha scritto questa frase: “La Regione Abruzzo, che peraltro va al voto tra qualche mese, brilla per la sua vacuità”, ossia per la sua inconsistenza e mancanza di valori morali.

 Franco Sbrolla www.francosbrolla-roseto.it     

P.S.: ho appreso che hai ricevuto, assieme a 24 consiglieri ed assessori regionali, un avviso di garanzia per le “spese gonfiate”. Sono disgustato, ma non commento perché, di questo ennesimo “incidente di percorso”, solo tra alcuni giorni potrò saperne molto di più.