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Wikileaks, pranzo tra Remo Gaspari e ambasciatore Usa

Roma. E’ l’11 marzo 1975. Remo Gaspari, potente dirigente della Democrazia Cristiana, è a pranzo con Anthony Volpe, ambasciatore statunitense a Roma.

 

Al diplomatico Usa l’ex ministro abruzzese confida preoccupazioni e auspici per il delicato momento politico italiano, con la Dc che arranca e il Pci che avanza. L’incontro viene reso pubblico solo ora, grazie a Wikileaks, l’organizzazione guidata da Julian Assange. Tra le migliaia di documenti che riguardano le comunicazioni tra l’ex Segretario di Stato, Henry Kissinger, e le ambasciate Usa in tutto il mondo, c’è questo racconto che, da Roma, arriva al Dipartimento di Stato e alla Nato. Marzo 1975. Siamo in piena guerra fredda e gli Usa guardano con attenzione alle vicende politiche italiane. Qui, d’altronde, c’è il più forte Partito Comunista d’Europa. La Dc – da sempre alfiere dell’interesse Usa in Italia – attraversa un momento difficile, i suoi consensi sono in calo e a giugno sono previste le elezioni regionali e amministrative. La sinistra sente aria di vittoria. Gaspari stesso è preoccupato, ma non disfattista. Fanfani, il segretario della Dc, dovrebbe avere ancora un solido appoggio all’interno del partito, dice il politico abruzzese al diplomatico italoamericano, e per questo la Dc nelle regionali di giugno non dovrebbe perdere “più del 3 per cento”. Ma – avverte Gaspari – c’è il rischio concreto di una vittoria della sinistra in molte amministrazioni. In particolare in Liguria e Marche. A giugno accade proprio questo. La Dc perde poco più del 3 per cento, la Liguria (ma non le Marche) viene conquistata da una giunta comunista. La Dc arretra e la sinistra avanza in tutta la Penisola. Sono anche le prime elezioni a cui possono partecipare i diciottenni. In Italia c’è aria di rinnovamento e Amintore Fanfani viene sostituito alla guida della Dc da Zaccagnini. In questo quadro di cambiamento, Gaspari rivela a Volpe di avere paura che molti italiani vedano l’interesse americano in Italia indebolirsi e lo esorta affinché l’America continui a puntare sul nostro Paese: “Gli Usa – dice Gaspari nel cablogramma che finisce a Washington – devono quindi rendere chiaro ai leader italiani come Moro e Rumor il loro continuo interesse e supporto per un’Italia democratica ed economicamente prospera”.