Emergenza incendi in Abruzzo: 15 anni per “ricreare” i boschi andati in fumo

Oltre 120 mila ettari a fuoco in tutta Italia con l’Abruzzo che esce veramente martoriato da questa ‘infernale’ estate 2017, che verrà ricordata per il clima pazzo, la forte siccità e le temperature altissime, oltre che per gli innumerevoli roghi che hanno letteralmente raso al suolo centinaia e centinaia di ettari di terreno boschivo che ricopre il 41% della superficie regionale.

 

Per Coldiretti Abruzzo ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo ed un costo per la collettività stimabile in circa diecimila euro all’ettaro percorso dalle fiamme.

 

 

   “Gli incendi – sostiene la Coldiretti – hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco – sostiene la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna e dei tartufi. Una situazione difficile che riguarda anche il resto del Paese, con oltre 120 mila ettari andati a fuoco nel 2017 con incendi praticamente triplicati rispetto alla media dei 10 anni precedenti, spinti dalla siccità, dall’incuria e dall’abbandono dei boschi divenuti facile preda dei piromani. Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – sostiene la Coldiretti – è mancata l’opera di prevenzione con 12 miliardi di alberi dei boschi italiani che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili soggette ai piromani”.

 

 

“Anche nella nostra regione è praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia la superficie coperta da boschi che oggi in Abruzzo interessa 400mila ettari (Pari al 41% del territorio) ma, come è ormai evidente, sono alla mercé dei piromani la maggioranza dei boschi che, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la  presenza di un agricoltore che possa gestirle – dice Coldiretti Abruzzo – “Per difendere il bosco italiano e abruzzese occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli nonché cogliere le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

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