Pescara. “La Corte Costituzionale (sentenza n. 198/2017 ) ha nuovamente dato ragione alla Regione Abruzzo annullando il decreto Trivelle del 2015 in quanto emanato senza preventiva intesa con le Regioni.
Ora procederemo ad impugnare il decreto trivelle del 2016 (pubblicato nel 2017), interamente sostitutivo di quello del 2015 è anch’esso adottato senza intesa alcuna”.
Lo si legge sul profilo facebook del sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo Mario Mazzocca.
”Tale situazione dovrebbe – spiega Mazzocca – di fatto determinare una sorta di moratoria per le richieste di nuovi permessi e concessioni, almeno fino a quando i contenuti del decreto non siano concertati tra lo Stato e le Regioni.
Inoltre, si sottolinea come la Regione, nei giorni scorsi, ha sapientemente predisposto e debitamente notificato il ricorso al Capo dello Stato contro il decreto trivelle (disciplinare tipo), molto prima della scadenza dei termini di legge (fissati al 1′ agosto).
Ricorso che, nei prossimi giorni, verrà opportunamente integrato con le risultanze ed i contenuti dei due recenti pronunciamenti della suprema Corte”.
”Due piccole riflessioni a caldo. La prima – dice Mazzocca – l’Abruzzo è stata l’unica regione d’Italia a presentare il ricorso contro il decreto “Trivelle” 2015. Grazie al solo Abruzzo, il governo centrale dovrà preventivamente intendersi con tutti i territori d’Italia. Giova, a tal punto, ricordare la palese inconsistenza di taluni commenti improvvidamente ironici, allora postati con il carattere nero su sfondo giallo oro 😉
La seconda, invece, è un doveroso ringraziamento rivolto all’esecutivo abruzzese, all’Avvocatura Regionale diretta dall’Avv. Stefania Valeri, alle sue encomiabili collaboratrici ed al Prof. Enzo Di Salvatore per l’alta professionalità ed il rigore scientifico che ha saputo profondere nel mettersi a disposizione del proprio territorio in maniera completamente spassionata”.