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Raid Usa in Siria, 59 missili sulla base aerea di Assad

Gli Stati Uniti reagiscono alla strage di Khan Sheikhoun. Trump: “il mondo si unisca agli USA per mettere fine al flagello del terrorismo”. Putin: “atto di aggressione contro uno stato sovrano”.

Non si è fatta attendere la reazione degli Stati Uniti di Donald Trump alla strage di Khan Sheikhoun, l’attacco con armi chimiche ordinato dal regime siriano, che è costato la vita ad oltre 80 persone tra cui 28 bambini.

L’attacco degli Stati Uniti è scattato questa notte, quando 59 missili Tomahawk sono stati lanciati dai cacciatorpediniere USS Porter e USS Ross, in navigazione nel Mediterraneo orientale. Il raid ha colpito la base aerea siriana di Shayrat, dalla quale erano decollati i caccia ritenuti responsabili dell’attacco chimico su Khan Sheikhoun.

Il Pentagono ha fatto sapere che obiettivo dell’attacco sono stati, in particolare, aerei, hangar, depositi di munizioni e carburante, oltre ai sistemi di difesa aerea. Secondo fonti dell’esercito siriano, il raid sarebbe costato la vita a sei persone tra cui alcuni civili.

A proposito dell’attacco, Trump ha dichiarato di aver agito per “prevenire e scoraggiare la diffusione e l’uso di armi chimiche”. “Non c’è dubbio che la Siria abbia usato armi chimiche vietate – ha aggiunto il presidente Trump – violando gli obblighi della Convenzione sulle armi chimiche e ignorando gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu. I tentativi, fatti per anni, di cambiare il comportamento di Assad hanno fallito, hanno drammaticamente fallito”.

La tv di Stato siriana ha invece definito il raid di questa notte un’“aggressione”, posizione condivisa anche dalla Russia di Putin. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskow ha infatti reso noto che il presidente Putin considera l’attacco americano in Siria “un’aggressione contro uno Stato sovrano in violazione delle norme di diritto internazionale, su pretesti inventati”.