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Emergenza cinghiali in Abruzzo, costituito un tavolo tecnico

L’Aquila. Si è svolta questa mattina una riunione per l’emergenza dei cinghiali in Abruzzo, un questione che negli ultimi anni attanaglia tutto territorio, dalla montagna al mare.

All’incontro hanno preso parte l’assessore ai Parchi Donato Di Matteo, l’assessore all’Agricoltura Dino Pepe e i rappresentanti e i tecnici dei quattro parchi regionali, tra cui il presidente del Parco Nazionale di Abruzzo e Molise Antonio Carrara, il direttore del Parco Nazionale della Maiella e Sirente Velino Oreno Di Nino e il vice presidente del Parco del Gran Sasso Maurizio Pelosi.

I dati degli ultimi anni sono allarmanti ma non ancora precisi, oltre alle aggressioni da parte dei cinghiali, il numero degli incidenti stradali riconducibili a questi animali è molto elevato anche in Abruzzo.

Senza contare i danni economici che ammontano a oltre un milione e mezzo di euro: la Regione ha sborsato lo scorso anno 500mila euro, quest’anno ha stanziato 750mila euro, mentre la cifra erogata dai Parchi è di 970mila euro (solo 700mila dal Parco Gran Sasso, 120mila quello della Maiella, 80mila dal Sirente Velino e 19mila dal Parco Nazionale di Abruzzo e Molise).

La riunione tra i vari rapprentanti è stata necessaria per risolvere il problema entro maggio, prima della prossima stagione agricola. Si dovrà fronteggiare l’emergenza con nuove misure di sicurezza e prevenzione.

“Si è costituito un tavolo tecnico – ha annunciato l’assessore Di Matteo – che lavorerà per realizzare una ricognizione completa dei danni nelle varie località e un censimento dei cinghiali presenti su tutto il territorio regionale. Gli altri passaggi da effettuate saranno quelli di attuare le catture (entro e fuori il raggio di due km dai parchi), il controllo (con personale formato e specializzato) e la prevenzione (attraverso trappole e recinzioni). Nei prossimi incontri, il prossimo fissato tra dieci giorni, verranno coinvolte anche le associazioni, comprese quelle degli ambientalisti.

L’intento è quello di seguire un progetto già attuato con successo nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini con la progressiva riduzione di questi animali, che oggi costituiscono uno dei problemi più sentiti in Abruzzo, ma anche in tutta Italia a causa delle ripercussioni al sistema naturale e a quello agricolo. Da non sottovalutare anche i problemi di ordine sanitario legati alla presenza di malattie che si possono trasmettere agli animali domestici e anche all’uomo”.