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WikiLeaks svela gli archivi segreti Sony VIDEO

WikiLeaks mette nel web centinaia di migliaia di documenti sottratti lo scorso anno da misteriosi hacker alla Sony Pictures Entertainment poco prima che iniziasse nelle sale cinematografiche la proiezione del film satirico “The Inteview”, su un fantasioso attentato al leader nordcoreano Kim Jong-un. E lo fa rendendoli disponibili con una sorta di “motore di ricerca”, in cui è possibile inserire una parola chiave e ottenere rapidamente i relativi file.

Si tratta per la precisione di 30.287 documenti e di 173.132 email, ha reso noto in un comunicato l’organizzazione di Julian Assange, ricordando che nel novembre scorso “la Casa Bianca ha affermato che i servizi di intelligence della Corea del Nord avevano ottenuto e distribuito una versione dell’archivio” dei documenti della Sony Picture “come vendetta per l’imminente diffusione del film ‘The Intewiew'”. Ma era una versione dell’archivio in cui non era possibile fare ricerche mirate “e che era stata rimossa prima che il pubblico e i giornalisti potessero essere in grado di far più che grattare la superficie”.

Ora, continua la nota, con questa iniziativa WikiLeaks “offre una rara visione nel funzionamento interno di una grande azienda multinazionale”. I documenti, definiti “Archivi Sony”, mostrano che “dietro le quinte (la Sony) è una azienda influente, con collegamenti con al Casa Bianca (nell’archivio di cono quasi 100 indirizzi governativi americani), con la capacità di avere un impatto sulle leggi e politiche, e con collegamenti con il complesso militare-industriale”.

All’inizio di gennaio, il presidente Obama ha deciso un inasprimento delle sanzioni contro la Corea del Nord in risposta al cyber-attacco ai danni della Sony Pictures, attribuito dall’Fbi a Pyongyang. L’attacco ha esposto email segrete, distrutto informazioni dell’azienda e costretto lo studio a bloccare inizialmente l’uscita del film satirico-demenziale sul leader Kim Jong-un, in seguito alle minacce degli hacker di attaccare i cinema che lo avrebbero proiettato. Il film è poi stato distribuito in rete e su altre piattaforme e in fine anche in diverse sale indipendenti. Gli hacker, che si erano presentati come “Guardiani della pace”, avevano inoltre reso inutilizzabili migliaia di computer, danneggiando l’intera rete della Sony.

Nel frattempo a Sony Pictures condanna la diffusione online di oltre 200 mila suoi documenti e email da parte di WikiLeaks, e afferma che già il primo cyber attacco dello scorso anno e’ stato “un dannoso atto criminale”, in cui gli hacker “hanno usato la diffusione di informazioni rubate per nuocere alla Sony Picture Entertainment e ai suoi dipendenti”. “Ora – ha affermato un portavoce della Sony un un comunicato – purtroppo WikiLeaks li aiuta in questo sforzo”. E “siamo fortemente in disaccordo con l’affermazione di WikiLeaks secondo cui questo materiale appartiene al pubblico dominio, e continueremo a combattere per la sicurezza e la privacy della nostra azienda e dei suoi oltre 6.000 dipendenti”.