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Abruzzo & Albania: stessa iniziale per un diverso finale (no oil vs yes trivelle)

Abruzzo e Albania: due terre, un solo mare e, apparentemente, tanti chilometri di distanza.

Sembrerebbero due realtà che hanno poco da dirsi: il lago Liqeni i Farkës che affianca la capitale Tirana assomiglia ben poco al fiume Aterno che costeggia la nostra L’Aquila; i nostri euro sono molto più “pesanti” del Lek albanese; gli arrosticini hanno un sapore molto diverso dal Qofte Te Ferguara o dal più celebre Kos.

Insomma, due mondi lontani, che forse hanno in comune una sola cosa: il mare.

Quel Mare Adriatico che ci rende un po’ più vicini e che, di recente, sembrerebbe aver ridotto le differenze tra il popolo abruzzese e quello albanese.

Meno di un mese fa, infatti, sul sito del Comune di Pescara è stato reso noto che una delegazione istituzionale della nostra Regione, capitanata dal governatore Luciano D’Alfonso, aveva attraversato proprio il mare Adriatico per far visita al Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama.

Secondo quanto comunicato dal portale ufficiale del comune pescarese, nel corso dell’incontro sarebbe stato concordato di allestire proprio a Pescara, il prossimo 27 marzo, un’iniziativa a cui dovrebbero prendere parte lo stesso premier albanese e i Presidenti delle Regioni che si affacciano sull’Adriatico.

Scopo del meeting? Affrontare vari argomenti, tra cui quello delle ricerche petrolifere, nei confronti delle quali – riporta la nota del portale del municipio di Pescara – “si cercherà una linea comune che scongiuri nuove perforazioni”.

Tutto lascerebbe presagire che Pescara si appresti ad accogliere nuovamente, dopo l’ormai lontano 2013, l’ondata verde dei temibili “no-oil”, l’esercito dei paladini della natura che riesce a vivere senza sfruttare lo sporco petrolio e tutti i suoi derivati inquinanti, come le valvole cardiache, le aspirine, i deodoranti, le siringhe, i computer e tanti altri oggetti di uso comune.

Insomma, un matrimonio green tra il virile Abruzzo e la graziosa Albania, un fidanzamento ufficiale sancito anche dalla cittadinanza onoraria che, per l’occasione, sarà conferita a Edi Rama.

Eppure questa vita coniugale non inizia nel migliore dei modi…e come spesso capita nelle migliori relazioni sentimentali, sono molti gli scheletri che riposano nell’armadio di almeno uno tra i due amanti.

Il 17 e il 18 marzo, infatti, prenderà il via l’Albania Oil, Gas & Energy Summit 2015, un evento che promuoverà il potenziale energetico dell’Albania che godrà del patrocinio del Ministero dell’Industria e dell’Energia.

Un’iniziativa un tantino diversa dall’incontro ecologista tanto proclamato tra la strana coppia Rama/D’Alfonso; una sorta di adulterio in piena regola come dimostrano i loghi di alcune delle principali multinazionali petrolifere che hanno deciso di sponsorizzare l’evento.

Un tradimento a tutti gli effetti anche ai danni di quei poveri ambientalisti abruzzesi che hanno creduto in buona fede ad alcuni esponenti della politica locale e al millantato sodalizio naturista con il primo ministro albanese.

Quello stesso Edi Rama che, in occasione del summit sulle attività di ricerca e produzione di idrocarburi, darà il benvenuto in terra albanese alle compagnie petrolifere che illustreranno alle istituzioni i benefici derivanti dall’industria energetica in termini di posti di lavoro e di royalty da incassare.

Eppure, nonostante il divorzio finale, questa storia ci parla comunque d’amore, come quello che lega il governo albanese al popolo di Tirana, un sentimento forte che spinge le istituzioni locali a favorire la creazione di posti di lavoro e di nuove opportunità di guadagno tramite un settore strategico, come quello dell’energia.

Ma se l’Albania è innamorata del suo popolo, dall’altro lato c’è una terra, l’Abruzzo, che non è in grado di amare neanche se stessa. La sua retorica vuota, i suoi slogan da campagna elettorale. La sua cieca tutela per una natura, ormai morente, per l’inerzia dei politici che la amministrano.

E’ la triste fine di una storia d’amore perché nata su un millantato (e mai condiviso) accordo?

E’ un amore impossibile quello tra un Abruzzo “no oil” e un’Albania “yes trivelle”?

Ci auguriamo che prevalga l’intelligenza, il buon senso e l’onestà intellettuale, perché lo sviluppo sostenibile non è un’utopia ma è quanto gli uomini avveduti e coscienziosamente rispettosi dell’ambiente possono realizzare.

Anche attraverso la ricerca petrolifera che tanta prosperità ha già portato alla vicina Emilia Romagna, terra bagnata da un mare pulito e visitata da un altissimo numero di turisti.

Perciò alle due domande possiamo rispondere che, in questo modo, un matrimonio è possibile: tra la promozione di iniziative imprenditoriali e il rispetto dell’ambiente. La difesa della natura e lo sviluppo sostenibile. Un passato da dimenticare e un futuro da costruire.

Insieme. Finché morte non li separi.

Amen.