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Sette anni in Tibet? No, in Abruzzo!

Siete stati in settimana bianca di recente? Molti di voi avranno approfittato delle recenti festività natalizie per visitare qualche bella località del nostro splendido Paese, oppure saranno stati all’estero.
Se il volume del flusso vacanziero è aumentato in maniera esponenziale negli ultimi anni, il boom non coinvolge l’Italia. Secondo un articolo del Corriere del Mezzogiorno, l’Italia è solo quinta al mondo per le presenze turistiche, mentre fino a pochi decenni fa era al primo posto. Inoltre, il Belpaese ha perso dal 2002 al 2012 il 30% dei suoi introiti turistici e ha visto diminuire dal 5,5 al 3,7 la sua quota di mercato mondiale. Numeri che lasciano davvero poco spazio all’interpretazione, se consideriamo il fatto che il nostro Paese ha un’alta vocazione turistica e un patrimonio inestimabile di ricchezze.
Se ne è accorto anche Maurizio Crozza, che ci ha fatto uno sketch molto divertente.

Avete capito? Le bellezze naturali dell’Abruzzo non hanno niente a che invidiare a quelle del Tibet, un Paese con un patrimonio paesaggistico da mozzare il fiato.
I panorami ritratti nel video di Crozza potevano tranquillamente essere scambiati per scorci dell’Himalaya, tanto sono eccezionali. Non c’è che dire, la nostra amata Regione ne esce davvero bene.
Nonostante gli investimenti quasi nulli realizzati nel nostro Paese nel settore turistico, le nostre Regioni – Abruzzo in primis – hanno ancora un patrimonio ambientale e naturale di inestimabile valore, che potrebbe fruttare molto più di quanto non faccia attualmente.

Davvero ottime notizie!

Ma un momento, non manca qualcosa? Gli ambientalisti e i No Triv non ci hanno sempre detto che l’industria degli idrocarburi deturpa il paesaggio e devasta l’ambiente? Dov’è allora questa devastazione? Sembra che Crozza non se ne sia accorto! E non solo lui…

In effetti, sul territorio abruzzese c’è una presenza molto significativa di infrastrutture industriali legate al petrolio e al gas. Come leggo sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, in Abruzzo sono attualmente vigenti 21 titoli minerari: 11 permessi di ricerca, 8 concessioni di coltivazione e 2 di stoccaggio. Sono inoltre in fase di verifica 11 nuovi titoli (1 di coltivazione, 1 di stoccaggio e 9 permessi di ricerca). Sul territorio sono attivi 140 impianti (7 centrali di raccolta e trattamento, 3 pozzi produttivi, 59 pozzi ad altro utilizzo, 71 pozzi di stoccaggio), che nel complesso occupano lo 0,0142% del territorio della regione.

Insomma, gli impianti sono numerosi ma impattano pochissimo sul territorio, appena lo 0,0142%! E ovviamente il paesaggio non ne risente in alcun modo.

Eppure gli ambientalisti non fanno che ripetere che l’Abruzzo è ricoperto da una nera colata di petrolio, che le trivelle stanno distruggendo ogni cosa.

La verità dei fatti è sempre differente dalla propaganda di un qual si voglia movimento.

Penso che gli sforzi di ogni contestatore dovrebbero concentrarsi su un impiego razionale delle risorse, volto a creare posti di lavoro e non cumuli di parole che non risolvono problemi reali.

Diego Vitali blogger goccediverità