Teramo, al via la maturità “diversa” FOTO VIDEO

La maturità post Covid 19 non poteva essere uguale alle altre. Ciò che resta intatto è l’agitazione, quel senso di confusione prima di fare l’ingresso in aula e la gioia, poi, di essersi messi alle spalle un capitolo comunque importante della vita di ciascuno.

Anche a Teramo questa mattina i ragazzi si sono cimentati nel primi giorno degli esami di maturità: studenti che rimarranno comunque nella storia, poiché l’esame in sé, più volte a rischio nel pieno della pandemia, sarà ricordato per sempre.

Annullate le prove scritte, è rimasto un colloquio orale suddiviso in diverse fasi per ciascuna materia per un’ora circa di confronto per ogni studente.


Autocertificazione all’ingresso, disinfettante e mascherina, con professori a distanza e talvolta banchi anche già predisposti con plexiglass, forse già con un occhio al prossimo anno scolastico.

“Non possiamo dire sia meglio o peggio – confessa una professoressa – Possiamo solo dire che è un esame ovviamente diverso rispetto agli altri anni”.

L’AUGURIO DEL SINDACO “Voglio salutarvi con affetto e farvi gli auguri per il più brillante risultato – ha detto D’Alberto in una lettera ai maturandi – Mi piace ricordarvi che vi apprestate a vivere uno dei momenti più indimenticabili, forse l’esame più importante della vita, un passaggio sostanziale che indica già nella definizione, appunto ‘maturità’, l’esito verso cui siete proiettati.  La prova che conclude il corso di studi è la figurazione del merito, dell’impegno, dell’ applicazione: date ad essa il giusto valore. Sono d’accordo con il Ministero che ha voluto far svolgere l’esame ‘in presenza’ anche in un periodo così difficile, perché ritengo sia giusto manifestare in questo modo l’importanza di un appuntamento tanto centrale. Auspico che si apra per voi una nuova stagione di felicità, sia che proseguiate negli studi sia che decidiate di entrare nel mondo del lavoro. Dopo l’esame sarete responsabili non solo di voi stessi, ma anche della comunità in cui vivete. Siete chiamati alla responsabilità”.

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