Bjarnason salva il Pescara dal Cittadella ma l’Adriatico resta tabù

Pescara (4-4-2): Fiorillo, Zampano, Fornasier, Salamon, Pucino, Bjarnason, Brugman (79’ Pasquato), Memushaj, Politano (65’ Caprari), Pettinari (55’ Sansovini), Melchiori. In panchina: Aldegani, Rossi, Zuparic, Abecasis, Gessa, Bruno, Selasi. Allenatore: Marco Baroni

Cittadella (4-4-2): Pierobon, Cappelletti, Scaglia, De Leidi, Barreca, Kupisz, Rigoni, Paolucci , Minesso (89’ Schenetti), Stanco (75’ Busellato), Gerardi (63’ Sgrigna). In panchina: Valentini, Vaccarecci, Donazzan, Camigliano, Pecorini, Benedetti, Coralli. Allenatore: Claudio Foscarini.

Reti: 28’ Stanco,, 95′ Bjarnason

Arbitro: Claudio Gavillucci di Latina (Di Francesco-Zivelli)

Ammoniti: Gerardi,

Se i tifosi più nostalgici si aspettavano di rivedere subito in campo all’Adriatico Gessa e Sansovini, entrambi ex capitani biancazzurri, Baroni attinge invece dal mercato invernale schierando immediatamente titolare Pettinari, al fianco di Melchiorri, mentre per la mediana toglie dal freezer Brugman e lo affianca a Memushaj per far girare le giostre utili agli affondi laterali di Politano e Bjarnason. E’ questo il Delfino che ospita il Cittadella in lotta per la salvezza, per riprendere quella corsa ai play-off rallentata dalla sconfitta interna con la Ternana ma tenuta viva dal buon pareggio di Bologna. E’ però lo spauracchio dell’handicap interno l’avversario principale.

Il Pescara ce la mette tutta per sfatarlo fin dall’inizio: al 3’, proprio il neo-acquisto Pettinari viene mandato in porta da Politano, che approfitta di un errore nelle retrovie di Barreca, ma il 46enne portiere veneto Pierobon è subito caldo e devia in angolo. Ancor più ghiotta, per Pettinari, l’azione del 12’: Melchiorri lo invita in verticale dalla trequarti e mette fuori causa tutta la linea difensiva, rimane solo l’estremo difensore da trafiggere ma è ottima la sua uscita e la conclusione di Pettinari viene respinta con i piedi. E’ buona la circolazione della palla dei pescaresi, ma le pecche difensive non riescono proprio ad essere contenute: poco reattivo il reparto arretrato su un traversone che spiove dalla sinistra, Gerardi la tocca in avanti per Stanco che, dimenticato da Salamon, angola la conclusione verso il palo opposto, Fiorillo non può arrivare sulla palla che centra la faccia interna del legno e si insacca nella parte opposta della rete. 0-1. A tanta ingenuità, il Pescara risponde con una prova di forza in avanti: Politano, al 31’, alza il traversone per Politano che riesce a concludere di potenza al volo ma, seppur impercettibile, Barreca riesce a toccarla e deviarla sul fondo. Si accende il match: Cittadella agevolato dagli svarioni difensivi, ci deve pensare Fiorillo a sgombrare l’area dal tiro cross di Kupisz, lasciato libero di entrare in area. Il faccia a faccia viene alimentato da Bjarnason, con un’azione personale al 36’ che porta l’islandese a concludere dal limite dell’area ma Pierobon si supera anche in tuffo e scampa il pericolo con il pugno chiuso. Le schermaglie non si spengono ma fino all’intervallo il risultato non cambia nonostante il tentativo di controbalzo del granata Rigoni, ben lanciato da Gerardi sul limite dell’area di Fiorillo: completamente sballata la mira.

Contento comunque del suo undici, Baroni esce nuovamente dagli spogliatoi senza cambi, al pari del rivale Foscarini. E come il primo, il secondo avvio di apre con gli stessi protagonisti: il tentativo dal limite è di Pettinari, la parata centrale è di Pierobon. Il copione si riscrive medesimo. Ancora Pettinari, ugualmente lanciato in solitaria verso il portiere al 9’st, l’uscita dell’estremo difensore vanifica l’allungo. Baroni comprende la scelta andata a vuoto e prova a battere la malasorte con l’entusiasmo di un Adriatico che esplode per il terzo esordio in carriera biancazzurra di Sansovini, scelto per rilevare al 11’st proprio Pettinari. Ma i problemi del Delfino rimangono vivi qualche decina di metri indietro: al 13’st, nessuno riesce a contenere Stanco che può staccare imperioso sul cross da azione d’angolo di Paolucci e concludere di testa, a salvare Fiorillo sono solo i pochi centimetri di spazio che passano tra la palla e la traversa. Baroni si gioca anche la carta Caprari (entra al 21’ per Politano) per ridare nervo ai suoi, mentre a Fiorilli saltano i nervi per i rischi che i compagni gli fanno correre; furibonda la mischia che gli monta davanti ai piedi al 20’, accesa dallo scivolone di Bjarnason in area piccola: gli ospiti lamentano anche il tocco di mani dell’islandese sul tiro di Stanco ma Gavillucci giudica involontario e Salamon spazza via la sfera. Il cronometro scorre, il fantasma dell’Adriatico blocca le gambe dei biancazzurri, Baroni cerca di esorcizzare la staticità di Brugman inserendo Pasquato a 10 minuti dalla fine. La mossa mistica quasi funziona: al 40’st Pasquato crossa con il contagiri dalla bandierina, pesca al millimetro Melchiorri che inzucca a botta sicura ma la palla colpisce clamorosamente il palo e rimanda in gola l’esultanza a tutto l’Adriatico. Solo un lampo, perché il Cittadella continua a mantenere il pallino del gioco giovandosi di una difesa in affanno continuo: Busellato, con un diagonale dalla sinistra, spreca il raddoppio in pieno recupero, mandato in porta da un disimpegno pasticciato. Un errore che costa carissimo alla formazione di Foscarini, perché il Pescara pareggia all’ultimo secondo di 5 minuti extra-time: Pasquato batte la punizione dalla lunga distanza, in area piccola il Cittadella non riesce a respingere nemmeno con tre tentativi, è Bjarnason ad avventarsi sulla palla e spingerla oltre la linea di porta con tutto il corpo, forse con un braccio. 1-1. Veementi le proteste di Pierobon ma Gavillucci fischia il goal e poi la fine.

Un pareggio perfetta sintesi dei biancazzurri: buoni in attacco, completamente da rivedere in difesa. La scia della zona play-off rimane aperta, ma perdere ancora punti preziosi tra le mura amiche non paga più: il tabù Adriatico diventa il nuovo obiettivo dei ragazzi di Baroni.

Impostazioni privacy