Pescara in black-out: 0-0 a Livorno

Livorno (3-4-2-1): Mazzoni; Gonnelli (84’ Marie Sainte) Bogdan, Di Gennaro; Valiani (80’ Canessa), Agazzi, Luci, Fazzi; Diamanti, Murilo (69’ Kupisz); Giannetti. In panchina: Romboli, Zima, Porcino, Gemmi, Soumaoro, Raicevic. Allenatore: Roberto Breda.

Pescara (4-3-3): Fiorillo; Balzano, Gravillon, Scognamiglio, Del Grosso; Memushaj, Kanoutè (80’ Bruno), Melegoni; Marras (72’ Ciofani), Mancuso, Antonucci (55’ Monachello). In panchina: Kastrati, Farelli, Bettella, Perrotta, Crecco, Machin, Capone, Del Sole. Allenatore: Giuseppe Pillon.

Reti:

Arbitro: Fabio Piscopo di Imperia (Muto-Formato/Volpi)

Ammoniti: Agazzi, Gravillon, Bruno

Il Pescara a Livorno per ritrovare, con il fanalino di coda, la vittoria dopo il pari interno con la Cremonese. Pilloni recupera in extremis Memushaj ma deve sostituire lo squalificato Brugman con Kanoute in regia, mentre ripropone Antonucci dal primo minuto nel tridente con Marras e Mancuso. Breda punta tutto su diamanti, alle spalle di Murilo e Giannetti.

Il Pescara soffre subito i lanci in profondità: al 2’, Murillo viene fermato in fuorigioco, al 5’ Gravillon svirgola sul tracciante di Fazzi e quasi beffa Fiorillo da centro area. Difesa ospite fuori registro: al 13’, Del Grosso si fa sopraffare sulla linea di fondo da Diamanti che gira col sinistro sul primo palo e chiama Fiorillo al primo tuffo. I biancazzurri ci mettono 29 minuti ad uscire dal guscio: Kanoute riceve sul limite da Marras, chiude secco il destro rasoterra e punta all’angolino basso, ma la sfera curva di pochi centimetri di troppo all’ultimo istante e sfila sul sfondo. Ci va ancora più vicino, sul rovescio di fronte, Gonnelli: dribbling in corsa su Kanoute e bomba da fuori che centra in pieno il palo alla destra di Fiorillo. I toscani rimangono in attacco e, sugli sviluppi di un corner, Diamanti gira al volo col destro e manca di pochissimo la traversa, tradito da una deviazione difensiva. La squadra di Pillon non gira minimamente e gli amaranto gestiscono il minutaggio fino all’intervallo con una difesa a maglie strettissime, interrotta da un tentativo di Giannetti che, da posizione defilata, brucia Scognamiglio e cerca il pallonetto di prima intenzione, mettendola sul fondo.

Il Livorno rientra in campo ancor più agguerrito e Fiorillo, dopo 2 minuti, deve già volare per respingere il colpo di testa velenoso di Di Gennaro; il Pescara riparte subito, con uno spiovente chilometrico per Antonucci, deve uscire Mazzoni dalla porta per ostacolare l’attaccante sulla trequarti e intercettare la palla con il corpo; così è il Livorno che riparte rapido, Diamanti lancia per Valiani e Fiorillo esce con il pugno alto fino al limite dell’area per anticiparlo. Labronici senza tregua: al 52’ Diamanti si impone in controllo sul limite, ubriaca Del Grosso e spara ancora mancino, beccando un altro palo. Pillon non ne può più e cerca di rimediare, al 54’, con Monachello per Antonucci. Dalle parti di Fiorillo piovono palloni a catinelle e, al 59’, Diamanti si divora il vantaggio: Valiani disegna l’arcobaleno verticale, Murillo appoggia in area piccola, Diamanti si inserisce al bacio e la tocca clamorosamente fuori, disturbato dall’uscita del portiere. Breda alza il tiro con Kupisz per il calante Murillo, Pillon risponde rivoluzionando tutto con Ciofani per Marras a 20 minuti dal termine. Gli adriatici non la spuntano nemmeno nella mischia: spiovente in area Livorno al 78’, Melegoni aggancia male, la difesa non respinge, il giovane biancazzurro calcia da terra ma non trova lo specchio da 2 metri. Bisognoso di dighe, Pillon mette in mezzo Bruno, appena ripreso proprio dal Livorno. Fa la bocca al pari anche Breda e chiude la difesa a 5 con Canessa e il debutto di Marie Sainte. Recupero più di calcioni che di calcio, ad eccezione di un lampo finale di Diamanti: Canessa la mette bassa dal fondo, l’attaccante devia in scivolata dal centro e manca la rete di mezzo metro dal dischetto, prima del triplice fischio.

Un pari che ai biancazzurri va più che bene, viste le occasioni e i legni collezionati dal Livorno. Il Delfino esce dal picchi a luci spente, senza aver mai tirato in porta, con un Mancuso evanescente e tanti elementi da rivedere per Pillon. Urgono riflessioni e ridimensionamenti in casa Pescara.

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