Il Pescara naufraga e ne prende 4 a La Spezia

Spezia (4-3-1-2): Manfredini; De Col, Capelli (58’ Masi), Giani, Lopez; Maggiore, Bolzoni, Pessina; Mastinu (54’ Ammari); Granoche (80’ Soleri), Forte. A disposizione: Bassi, Saloni, Ceccaroni, Augello, Calabresi, Okereke, Terzi, Vignali, Marilungo. Allenatore: Fabio Gallo.

Pescara (4-3-3) Fiorillo; Crescenzi, Coda (35’ Fornasier), Perrotta, Mazzotta; Palazzi (41’ Coulibaly), Carraro, Brugman; Mancuso, Pettinari, Capone. A disposizione: Pigliacelli, Zampano, Campagnaro, Elizalde, Valzania, Baez, Benali, Del Sole, Ganz, Cappelluzzo. Allenatore: Zdenek Zeman

Reti: 32’ Maggiore, 54’ Ammari, 73’ Granoche, 83’ Forte

Arbitro: Riccado Pinzani di Empoli (Bellutti-Grossi di Frosinone/Maggioni)

Ammoniti: Lopez, Forte

È già sfida play-off, sotto il diluvio del Picco, per Pescara e La Spezia. Zeman conferma quasi in blocco la formazione vincente contro il Pro Vercelli, solo Coda e Crescenzi vincono il ballottaggio in difesa con Fornasier e Zampano: promosso il tridente zemaniano Mancuso-Pettinari-Capone. Niente gara da ex per Gilardino, fermato da un affaticamento muscolare, giocano Granoche e Forte nell’attacco dello Spezia di Gallo.

È la coppia spezzina a premere il pulsante start al 6’: Granoche sfonda sulla trequarti, salta letteralmente Perrotta e mette dentro rasoterrra per Forte, che arriva alla deviazione in scivolata, ma il suo tiro riesce debole e Fiorillo para. Il motore pescarese, invece, stenta ad avviarsi e i padroni di casa, senza spingere troppo, si rifanno sotto alla mezzora: traversone dalla sinistra di Lopez, Forte si avvita sul primo palo e la incorna di poco a lato. Il preludio al goal del minuto successivo: Forte si trasforma in uomo assist, supera Perrotta di classe e di fisico sul limite, Maggiore si inserisce in diagonale sul filtrante e supera Fiorillo con un sinistro morbido. 1-0. La macchina zemaniana singhiozza e perde pure pezzi: Coda lascia spazio a Fornasier al 34’ per infortunio. Meno di dieci minuti e si ferma anche Palazzi: Zeman lo rimpiazza con Coulibaly. I bianconeri, invece, spingono sul gas e arrivano all’intervallo attaccando.

Il secondo tempo si apre con uno squillo di Brugman, al 52’: percussione per vie centrali, dribbling e destro potente dal limite che costringe Manfredini a deviare in angolo il suo primo intervento del match. Gallo cambia subito: Ammari per Mastinu e, dopo 20 secondi in campo, il francoalgerino raddoppia: palla vagante dopo il rimpallo sul limite dell’area pescarese e il neoentrato la spara in porta. 2-0. Sempre suo lo zampino, 2 minuti dopo, sull’occasione del tris ligure: crea l’occasione che Granoche raccoglie per un’altra potente conclusione, Fornasier la devia con il braccio e, altrettanto involontariamente, chiama Fiorillo al miracolo per evitare il terzo goal. La reazione adriatica non va oltre il flebile tentativo di Mancuso, che approfitta della scivolata di Masi al 58’, appena entrato per Capelli, ma la mette poco a lato con il destro a giro. Il diluvio diventa un naufragio per il Delfino al 73’: sugli sviluppi di un corner, la difesa biancazzurra sbanda, Granoche sorprende Fiorillo con una mezza sforbiciata sottoporta e trova il 3-0. Partita già finita ma Forte vuole metterci il sigillo personale all’83’: cross basso dalla destra, i pescaresi sono ormai sotto la doccia e la deviazione in rete del bianconero è una formalità. 4-0. A 3 minuti dalla fine, Fiorillo evita il 5-0 e la doppietta a Forte con un colpo di reni sul tiro al volo, deviato in corner. Ultimo atto di una tragedia per il Pescara.

Biancazzurri non pervenuti, o persino peggio. Il Pescara torna ad essere la peggior versione di sè: tornano le distrazioni difensive, spariscono completamente visione di gioco e occasioni offensive. Zeman, adesso, dopo la pioggia, dovrà sorbire un temporale di critiche alle quali non potrà proprio controbattere. Adesso, per lui la crisi è ufficiale.

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