Calcio scommesse, inchiesta anche a Napoli. Micolucci: sempre giocato per vincere

vittorio_micolucciCremona. Si allarga il fronte aperto dagli inquirenti sul giro di scommesse e di partite truccate. Un filone d’inchiesta, infatti, è stato aperto anche dalla procura di Napoli. Sono due le inchieste a cui lavorano pool diversi di magistrati della procura di Napoli sul calcio “malato”. Una è per un giro di scommesse illecite sul quale indaga la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, l’altra è per frode sportiva. Quest’ultimo fascicolo è seguito dal procuratore aggiunto Gianni Melillo.

I magistrati partenopei si occupano da oltre un anno di “reati da stadio” ma da alcuni mesi i risvolti investigativi hanno dato linfa alla nuova indagine su alcune partite truccate. Un giro di scommesse da migliaia di euro anche in un’ora. E’ questo che ha fatto insospettire gli inquirenti partenopei che hanno poi intrecciato dati su intercettazioni telefoniche, frasi criptiche, e in queste ore stanno tirando le somme di una inchiesta sul calcio ‘malato’ ad ampio raggio che sfiora sia squadre di serie A che di serie minori. Tutto gira intorno a quei risultati clamorosamente ribaltati tra il primo e il secondo tempo e alla presenza costante in quelle intercettazioni di uomini del clan degli scissionisti di Secondigliano, che, come raccontano i pentiti, hanno forti interessi sulle scommesse calcistiche.

Marco Pirani sarà riascoltato. Il medico odontoiatra al centro dell’organizzazione che truccava partite di calcio e che è finita nel mirino dell’inchiesta sul calcioscommesse, ha fatto il nome, durante il suo interrogatorio di garanzia di venerdì scorso davanti al Gip Guido Salvini, di 5 squadre di serie A: si tratta, come anticipato da Repubblica, di Roma, Fiorentina, Cagliari, Lecce e Genoa. La circostanza trova delle prime conferme in ambiti giudiziari, da cui, tuttavia, si tiene a precisare che Pirani non ha riferito notizie di prima mano, quanto piuttosto ha riportato delle voci di cui era venuto a conoscenza e che queste stesse voci non sono state circostanziate. Da qui la necessità per gli inquirenti di risentire il medico 55enne, che domani sarà ascoltato dal procuratore Roberto Di Martino. “C’è la volontà di collaborare e laddove c’era da ammettere lo ha fatto così come quando c’era da negare ha negato”. E’ quanto ha affermato l’avvocato Enrico Calabrese in una pausa dell’interrogatorio di garanzia al suo assistito Vincenzo Sommese, il capitano dell’Ascoli arrestato il 1 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse. “Sommese ha dato le sue spiegazioni esclusivamente in merito ai fatti contestati nei capi di imputazione in un clima di grande serenità e quello che emerge è che il suo non sia un ruolo di primissimo piano” ha proseguito Calabrese, sottolineando che il suo assistito “si è detto molto dispiaciuto per la società Ascoli che era all’oscuro di tutto”, e ricordando che “comunque lui era fuori rosa dal gennaio scorso”. In merito al debito di 67mila euro con il medico odontoiatra Mario Pirani citato nell’ordinanza, Calabrese ha dichiarato che “Sommese ha chiarito che si tratta di un debito di natura strettamente personale” e dunque che non avrebbe nulla a che vedere con il denaro relativo al giro di scommesse.

L’interrogatorio di Micolucci. Si sente “tirato in mezzo”, invece Vittorio Micolucci, il difensore dell’Ascoli, originario di Giulianova, arrestato nell’ambito dell’inchiesta cremonese sulle partite truccate, interrogato oggi pomeriggio dal gip di Cremona, Guido Salvini. Lo ha spiegato, prima dell’interrogatorio, il suo avvocato, Daniela Pigotti, secondo la quale Micolucci “ha sempre giocato per vincere”. Durante l’interrogatorio il difensore giuliese ha ammesso di aver promesso di aver accettato un’offerta di 15mila euro per truccare una partita, Atalanta-Ascoli, ma sostiene di essere poi sceso in campo impegnandosi a giocarsela. L’offerta accettata sarebbe arrivata da uno dei personaggi chiave dell’indagine, il medico odontoiatra Marco Pirani, con il quale pare che Micolucci avesse un debito di oltre 100mila euro.

Maroni ordina una task force. “Ho dato mandato al Capo della Polizia di costituire una task force investigativa sul fenomeno per stanare chi altera la regolarita’ delle gare. Manganelli e’ gia’ partito”. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, assicura l’impegno massimo del Governo per contrastare il fenomeno del calcio scommesse dopo l’inchiesta Last Bet della Procura di Cremona. “Ho deciso di prendere delle iniziative, perché la violazione delle norme penali investe anche il campo della sicurezza – dice Maroni -. Ho chiesto ai servizi speciali delle forze di polizia (Sco, Ros e Gico) una relazione sul coinvolgimento delle mafie nel settore del calcio truccato e del calcio scommesse. Vogliamo individuare le migliori forme di prevenzione e repressione delle scommesse clandestine nel calcio. L’appello della Figc non solo lo raccolgo, ma lo sollecito. Solo lavorando insieme troveremo una soluzione.
Provo grande sconforto, come tutti gli sportivi. Per me Signori e Doni sono bandiere. Continua a sperare che siano estranei, altrimenti sarebbe una delusione enorme”.

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