Derby d’Abruzzo ad alta tensione: a Lanciano la spunta il Pescara

Virtus Lanciano (4-3-3): Casadei; Pucino, Rigione, Amenta (46’ Boldor), Mammarella; Di Cecco (85’ Bacinovic), Paghera, Di Francesco; Piccolo, Marilungo, Padovan (74’ Lanini). In panchina: Aridità, Di Filippo, Di Matteo, Bacinovic, De Silvestro, Crecco, Turchi. Allenatore: Roberto D’Aversa.

Pescara (4-3-1-2): Fiorillo; Zampano, Campagnaro, Zuparic, Crescenzi; Memushaj, Bruno (66’ Mandragora), Benali; Caprari, Lapadula, Cocco (56’ Selasi). In panchina: Aresti, Fiamozzi, Fornasier, Valoti, Mitrita, Sansovini, Forte. Allenatore: Massimo Oddo

Reti: 25’ Caprari, 49’ Memushaj (rig.), 55’ Di Cecco

Arbitro: Gianluca Aureliano di Bologna (Liberti-Citro)

Ammonito: Paghera, Boldor, Di Cecco, Bruno

Al Biondi è il derby d’Abruzzo a contrapporre un Pescara che, singhiozzi a parte, si proietta verso l’alta classifica della Serie B e un Lanciano mai così in crisi da quando è in cadetteria: tre sconfitte inanellate dai frentani, mentre i biancazzurri sono tornati a vincere e convincere contro l’Entella. Oddo conferma il suo tridente appena riscoperto: Caprari, Lapadula e Cocco in avanti, e recupera Campagnaro al centro della difesa. D’Aversa manda all’arrembaggio Padovan, con Piccolo e Marilungo subito alle sue spalle.

Sono amici e si conoscono bene i due mister, e Mammarella parte alla Oddo fin dai primi minuti, ordinando ai rosso neri di togliere il fiato in avvio agli avversari: due giri d’orologio e Di Cecco va al tiro, approfittando in un’uscita sventurata di Fiorillo, ma la palla è ben alta sulla traversa. Ci riprova Piccolo al 4’, ben sostenuto da Mammarella, ma Campagnaro ricorre al tackle prepotente per far capire chi comanda in area ospite. Non basta a far cambiare le intenzioni dei padroni di casa, che confermano l’avvio in grande spolvero con sortite da ogni fronte: ci provano Pucino in cavalcata e Piccolo in combinazione volante con Mammarella, ma la retroguardia pescarese riesce a neutralizzare ogni affronto. Costretto a cambiare pelle, il Delfino passa al gioco di rimessa, la svolta parte dal 21’: triangolazione sulla corsia mancina tra Lapadula e Benalì che scocca i traversone teso in area, Cocco riesce a bruciare Rigione ma manca la deviazione vincente per questione di centimetri. Il vantaggio sfiorato viene, invece, trovato al 26’ per pura intuizione di Caprari: Bruno gli apre lo spazio, lui si distende in dribbling, supera più difensori e si porta al tiro ravvicinato, il portiere Casadei si tuffa forse in ritardo ma è il diagonale radente è troppo angolato per chiudere lo specchio. 0-1. I tanti tifosi pescaresi arrivati al Biondi fanno esplodere lo stadio e intensificano l’atmosfera da derby, la risposta del Lanciano arriva direttamente sul campo con una reazione forte, chiara e ripetuta: Piccolo, al 27’, comincia un duello personale con Fiorillo a suon di colpi di testa, il portiere smanaccia sul fondo a fil di palo. Miracolo ripetuto al 31’: anche Pucino insidia il suo ex portiere con un’incornata ma l’estremo difensore si supera e respinge. Aria tesissima in area pescarese, tocca a volte anche a Lapadula sbrogliare le mischie, mentre Fiorillo ricorre nuovamente alla deviazione a pugno chiuso verso i fondo sulla punizione di Mammarella, concedendo agli avversari il quinto corner in 35 minuti. Solo sul finale di frazione il Pescara risorge: al 44’, Cocco salta due uomini, ingaggia in area Lapadula, il bomber accende il suo sinistro ma riesce solo a sfiorare il palo, con Casadei nuovamente fuori causa.

La ripresa conserva altrettante emozioni: 4’ minuti e Memushaj si trova buona la conclusione al volo su cross dalla destra, buone sia traiettoria che potenza ma davanti alla porta c’è Di Cecco che la para con le mani, nessun dubbio per l’arbitro Aureliano ed è calcio di rigore; sul dischetto va proprio l’albanese capitano del Pescara che, da cecchino, segna lo 0-2. Accorcia le distanze il Lanciano al 56′. Ottima azione in solitario di Piccolo sulla destra, conclusione respinta da Fiorillo e Di Cecco da pochi passi non sbaglia. A dispetto di chi non lo considera un derby, le leggi non scritte del calcio invertono la tendenza del match ma conservano il protagonista: mentre il Pescara giochicchia sul risultato, al 10’ st Piccolo si carica ancora una volta la squadra sulle spalle, sale al traversone dalla destra, Fiorillo in area piccola interviene malissimo e la respinge, su dischetto, proprio sui piedi di Di Cecco che non può sbagliare e segna l’1-2. Oddo avverte il calo di concentrazione dei suoi e rimescola il mazzo: fuori Cocco e Bruno, dentro Selasi e Mandragora per tenere il risultato negli ultimi 20 minuti. L’undici di D’Aversa (a inizio ripresa il cambio Boldor-Amenta) continua, invece, a battere il ferro ed è una pioggia di palloni dalle parti di Fiorillo, persino i mediani devo retrocedere a fare scudo alle sortite di Piccolo e rifugiarsi in fallo laterale. D’Aversa ordina l’assedio finale nell’ultimo quarto d’ora, rinfresca l’attacco con Lanini per Padovan e per Fiorillo aumentano i guai: due volte durante il 30’ st Paghera lo chiama ad alzare la palla sopra la traversa, prima con un’incornata ravvicinata, poi con un fendente dai 30 metri. Il copione da thrilling non è finito, il Pescara si sveglia dalla scarica di colpo e riprende ad attaccare in contropiede negli ultimi 10 minuti: prima Lapadula cerca la coincidenza con Benali, quindi Caprari, al 37’st serve al libico la palla del k.o. ma, da ottima posizione, manda la sfera a sfiorare il legno traverso. Il finale conserva ancora spettacolo: al 41’ st Mammarella batte il calcio piazzato, Marilungo si avventa sul secondo palo e si distende ma riesce a colpirla di testa solo al lato del bersaglio che sarebbe valso il 2-2. Ci va ancora più vicino, sempre di testa su battuta dalla bandierina, Rigione al 90’, ma non concretizza l’assalto all’arma bianca dei rossoneri. Tre minuti extra-time con l’ennesimo rovescio di fronte: è Lapadula a sfiorare il palo e l’1-3 dopo essersi accentrato dalla destra, il mancino è secco e indirizzato all’angolino basso ma esce di una spanna.

Alla fine la spunta il Pescara ma la prestazione del Lanciano ha completamente annullato il divario dettato dalla classifica. Un derby a tutti gli effetti per intensità e agonismo, più continui i rossoneri, più cinici i biancazzurri ad amministrare energie e difficoltà e a colpire al momento giusto. Al di là del risultato, entrambe le tifoserie escono dal Biondi con 90′ minuti belli tesi stampati nella mente: al conto delle disfide, i pescaresi vincono per la terza volta consecutiva in terra frentana, per la classifica si conferma la crisi rossonera e il buon momento del Pescara.

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