Super Pescara ma è solo pari. Finale play-off di passione a Bologna

Pescara (4-2-3-1): Fiorillo; Zampano, Salamon (57’ Pucino), Fornasier, Rossi; Memushaj, Brugman; Politano (76’ Abecasis), Bjarnason, Caprari (57’ Pasquato); Melchiorri. In panchina: Aldegani, Zuparic, Pettinari, Selasi, F. Lazzari, Sansovini. Allenatore: Massimo Oddo.

Bologna (4-3-1-2): Da Costa; Ceccarelli, Oikonomou, Maietta, Morleo (82’ Masina); Casarini, Matuzalem (48’ Bessa), Büchel; Laribi; Mancosu (79’ Cacia), Sansone. In panchina: Coppola, Mbaye, Garics, Acquafresca, Ferrari, Improta. Allenatore: Delio Rossi.

Arbitro: Claudio Gavillucci di Latina (Peretti-Di Vuolo)

Ammoniti: Morleo, Pasquato, Sansone, Pucino

Adriatico stracolmo per la finale di andata dei play-off, con 20mila tifosi pronti a sognare il ritorno in Serie A. Gara d’importanza epocale che Massimo Oddo deve affrontare alla sua quarta panchina in maglia Pescara: fin qui non ha mai perso e portato il Delfino a un passo dalla promozione ma vuole subito archiviare la pratica con una vittoria rotonda. Ci prova, contro il Bologna di Delio Rossi e Sansone, con Melchiorri punta centrale, sospinto da Bjarnason, Poliano e Caprari; confermato il pacchetto difensivo con il solo Rossi in luogo di Pucino, dubbio fugato in mediana con Memushaj e Brugman entrambi presenti.

La prima battuta è dei felsinei: al 7’ Manucosu viene lanciato in profondità, finta su Salamon appena entrato in area e scarica sul limite per il rimorchio di Laribi che ha campo ma la spara in curva sprecando la prima palla goal: male il centrocampo pescarese che si fa rubare palla e permette la prima ripartenza al Bologna. Prova a rimediare, dopo solo un minuto, Zampano: lancio dalla linea mediana con il contagiri, scatta Melchiorri, Da Costa esce dai pali fin sul limite dell’area, l’attaccante semina Maietta e cerca il pallonetto ma il portiere mura la palla con una mano in salto felino, arriva anche Bjarnason che controlla e si affretta a ribadire ma Da Costa riesce a sbrogliare. Dimenticato il primo svarione, la squadra di Oddo gioca e diverte; tacco di Caprari all’11’ che attiva la fuga di Rossi sulla fascia sinistra che termina sulla linea di fondo, controllata da Sansone in calcio d’angolo: sulla battuta di Caprari va Salamon a inzuccare ma Casarini blocca con un braccio dentro l’area piccola, tocco nettissimo e distante dal corpo ma, clamorosamente, l’arbitro non fischia. I delfini protestano ma non si scompongono e continuano a premere forsennatamente: ci vuole il miglior Matuzalem per impedire, al 16’, a Bjarnason di finalizzare lo scambio in ripartenza tra Memushaj e Melchiorri partito dal cerchio di centrocampo e terminato a 10 metri dalla porta bolognese. La scena si ripete al 21′, efficacissima la fase d’interdizione pescarese ma Oikonomou, con un tocco decisivo, interrompe il bel fraseggio tra Melchiorri e Bjarnason, negando nuovamente all’islandese il  tu per tu con il portiere Da Costa. Il Bologna, in attacco, è solo un tiro di Buchel da fuori area controllato senza pieghe da Fiorillo. Il Pescara, invece, continua a far piovere cross in area ospite e aumenta il conto dei casi “gialli” con il cross di Politano al 25’ bloccato ancora con un braccio da Morleo: Gavillucci giudica ancora involontario il tocco. Le sortite adriatiche, alla mezzora, non si contano già più: quella di Caprari, innescata da un taglio chilometrico di Zampano e protratta dall’ex romanista con tocchi di fioretto, viene deviata in angolo da una foresta di gambe rossoblu a un passo dalla porta dell’esasperato Da Costa. Quella del 32’, invece, Caprari la sciupa tutto da solo: fa una magia sulla trequarti sinistra grazie alla sponda di Melchiorri e si lancia nella prateria in area ma rinuncia al campo aperto e calcia altissimo con il sinistro dai 15 metri. Ritmi altissimi per i biancazzurri ma le idee tattiche rimangono lucide e anche la trappola del fuorigioco viene eseguita perfettamente per neutralizzare, al 40’, la seconda azione del Bologna con Laribi che rimane beffato sull’assist partito per vie centrali. Lo stesso Laribi ci riprova al 43’, dopo la spinta di Sansone sulla destra, ma può solo cercare la sorpresa da fuori e Fiorillo blocca a terra senza patemi. Di tutt’altra pasta l’offensiva del Pescara che sfiora il vantaggio negli ultimi istanti del primo tempo: Zampano gioca a flipper con Politano sul vertice destro dell’area avversaria e si libera per il traversone dal fondo, Melchiorri si fionda in scivolata per la zampata vincente ma Oikonomou si materializza, per l’ennesima volta, a metterci il piedino quel tanto che basta per far scorrere la palla a fil di palo. Primi 45 minuti di prepotente ed elegante dominio dei pescaresi, frenati solo dal difensore greco e dalle assurde decisioni del direttore di gara.

La ripresa inizia senza cambi di scena: 2 minuti e Melchiorri semina ancora il panico sfondando sulla destra dell’area felsinea con un controllo di coscia sullo spiovente verticale, preciso il suggerimento per Bjarnason al centro ma l’islandese è più veloce di sé stesso e arriva troppo in anticipo svirgolando l’aggancio sul pallone. Delio Rossi non ci pensa troppo e sostituise l’affaticato Matuzalem con Bessa al 3’st. Pescara a tutto gas lì davanti trascinato dalla coppia Melchiorri-Bjarnason, ma lì dietro poggia su un Salamon granitico: Mancosu galleggia sulla linea dell’off-side su una lunga verticalizzazione al 7’, riesce ad aggirare Fornasier ma non il recupero del polacco che in tackle miracoloso chiude in corner; poi, sulla battuta, si becca anche un calcione in faccia da Melchiorri che gli fa sanguinare il sopracciglio ma stringe i denti e vorrebbe continua con un metro quadro di cerotto sull’occhio ma deve arrendersi causa mezza cecità. Oddo butta dentro Pucino e si tiene in fresco anche il rigenerato Caprari: entra Pasquato per l’ultima mezzora. Il cambio mette disordine tra le fila biancazzurre e al 14’st il Bologna va vicinissimo direttamente da un rinvio di Da Costa: Sansone mette giù il rimbalzo e lancia Laribi che entra in area saltando proprio Pucino, incrocia lesto il sinistro e la palla esce a fil di palo. La reazione degli uomini di Oddo è immediata, sul rovescio di fronte Politano va al cross per Bjarnason, stavolta l’islandese è sulla zolla giusta nell’attimo giusto ma Ceccarelli si immola in spaccata e mura la girata di prima intenzione. Il “vichingo” del Pescara gioca una gara maestosa e anima l’azione del 19’st: mischia le carte a bordo area, manda Pasquato al cross dal vertice sinistro dell’area, sul palo opposto salta altissimo Melchiorri che si avvita per incornare ma centra in pieno l’incrocio dei pali. La sorte dà coraggio al Bologna che, al 21’st, trova per vie diagonali lo spazio tra le linee pescaresi per andare con Laribi alla conclusione da posizione ravvicinata ma Fornasier non fa rimpiangere Salamon e chiude la saracinesca in tackle. La gara resta, comunque, in mano ai padroni di casa che, al 24’st, mancano il vantaggio per pochi centimetri: ancora Bjarnason ad apparecchiare sulla mancina per Pasquato che, dai 30 metri, spara col destro a incrociare che si scosta di un nulla dal “sette”. Rischia, al 28’st, di rovinare tutto Fiorillo: palla morta lanciata dalla difesa emiliana, i difensori adriatici lasciano scorrere per il portiere che, però, non esce per farla sua, Mancosu ne approfitta per rincorrere la palla e portarsi al duello con il portiere, vinto dall’estremo difensore con un intervento a doppio piede. Si scuce, però, la solida retroguardia del Pescara e, al 29’st, anche gli ospiti possono reclamare il rigore: Laribi riesce ad intrufolarsi in area dalla destra per girare al volo su un campanile, si oppone Pucino con un braccio largo dietro la schiena ma Gavillucci mantiene il fischietto in tasca. Oddo deve coprirsi per difendere quantomeno lo 0-0 in chiave ritorno, allora rinuncia al “foraggio” di Politano per inserire Abecasis nel finale. Anche perché Delio Rossi prova ad approfittare del calo fisico e della mancanza di Salamon con Cacia in luogo di Mancosu. Il cambio si sente subito: al 40′ Cacia fa da sponda per Sansone che viene anticipato all’ultimo da Zampano, che salva la porta biancazzurra. Cinque i minuti assegnati per il recupero da Gavillucci, il Pescara ha speso troppo e deve preoccuparsi più di coprire che di trovare la giocata vincente. Al 95′ è 0-0.

Non è bastato un super Pescara a chiudere, come voleva mister Oddo, la questione all’Adriatico. Sarà una e vera e propria finale martedì sera al Dall’Ara, dove il Delfino potrà solo vincere per raggiungere la Serie A: il Bologna, grazie alla miglior posizione in classifica regolare, può accontentarsi del doppio pareggio per la promozione. Ma la potenza di questo Pescara (in debito di due calci di rigore), fa paura a chiunque. In riva all’Adriatico saranno 4 giorni di passione e ansia.

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