Ciclismo, Go Fast: volata scorretta costa il titolo a Davide D’Angelo

Roseto – Davide D’Angelo conquista l’argento al campionato italiano a Roma. Un secondo posto che però sa di beffa per un colpo proibito l’arrivo in volata ristretta a soli tre corridori. Una gomitata di Cazzato infatti, ferma l’atleta della Go Fast Davide D’Angelo, proprio mentre era in rimonta su Antonio Valletta -Calibre Sport.

Per la cronaca, la fuga è andata in porto verso gli ultimi giri. Merito soprattutto del lavoro di squadra da parte del Team Go Fast. A cominciare da un encomiabile Manuel Fedele, in avanscoperta per oltre metà gara.

 

 
“C’è da chiedersi che fine abbia fatto lo sport – afferma il Presidente della Go Fast, Andrea Di Giuseppe – se poi lo spirito agonistico si trasforma in una forma grave di irregolarità. Da molti punti di vista il ciclismo amatoriale è sicuramente cambiato. Tuttavia non giustifica l’esasperazione che si cela in una follia d’oltre misura. Anche se il ritmo in gara è aumentato, dobbiamo ricordarci che siamo amatori. Lo scopo principale è quello di divertirsi. La scorrettezza durante una corsa non può che portare a terribili conseguenze. In alcuni casi addirittura gravi. Rappresenta un pericolo per chi il giorno dopo va a lavoro. Certo a noi interessa fare bella figura e in particolare vincere. Come del resto piace a chiunque altro. Dico soltanto che non sarà l’invidia di alcuni a fermarci. Ragione per cui continueremo a lottare sempre e senza mai abbassare la guardia. Consapevoli che tutto ciò fa parte del gioco”.

“Cazzato non è stato di buon esempio – dice Di Giuseppe – perché a guardare la corsa vi erano presenti anche le famiglie con i propri bambini. Mi chiedo solo che idea si siano potuti fare gli spettatori nel veder compiere un gesto simile: una manovra azzardata in grado di ledere la salute non solo a D’Angelo. Con quell’improvvisa virata infatti, Cazzato poteva buttare a terra sia Davide che Valletta. Il video a tal proposito parla chiaro. Al di fuori della stupidaggine o per fare una battuta “la cazzata di Cazzato”, resta un gesto antisportivo assolutamente da ripudiare”.
“Questa sconfitta non ci abbatte affatto – conclude Di Giuseppe – anzi ci da maggiori stimoli. Dico solo che se un mio atleta si fosse comportato in questa maniera, l’avrei subito cacciato di squadra. Anche nel caso avesse riportato in casa nostra la maglia tricolore. L’etica viene prima di tutto. Dopo questa delusione aggiungo di non avere troppi rancori. A dire il vero è stata un’esperienza che mi ha aiutato a crescere. Soprattutto ha reso me e i miei compagni ancora più uniti. Dalla vicenda il Team Go Fast esce molto più determinato. Per fare un esempio, fino a ieri sembrava impossibile magari credere di poter andare in Australia e correre il mondiale. Adesso dopo questo inconveniente c’è soltanto voglia di vincere al nostro interno. Come presidente del team, farò di tutto per portare i rosso cerchiati in Australia e trionfare casomai al prossimo campionato del mondo”.

DAVIDE D’ANGELO:

Davide l’ha delusa più il fatto di non essersi potuto giocare la maglia o la scorrettezza subita da Cazzato?
– Entrambe le cose: noi del Team Go Fast avevamo studiato bene il percorso e ci tenevamo a voler vincere. Ma Cazzato ha rovinato tutto.
In pratica Cazzato l’ha stretta alla ruota di Valletta, è così?
– Cazzato mi ha preso alla sprovvista cambiando di netto la traiettoria durante la volata. Lo ha fatto proprio mentre uscivo dalla ruota di Valletta. Prima mi ha dato una spallata, poi col gomito mi ha toccato il manubrio facendomi perdere l’equilibrio. Per farla breve mi ha cambiato traiettoria provando a speronarmi con la spalla e il gomito. E’ stato un miracolo se in quel momento sono riuscito a restare ancora in sella.
Con quel gesto sconsiderato Cazzato ha rischiato di mandare a terra sia lei che Valletta?
– Si, ha rischiato di far cadere tutti e due.
Che ha pensato in quell’istante?
– Non me lo sarei mai aspettato un gesto simile. Soprattutto da uno che aveva già vinto la maglia tricolore perché di un’altra categoria; cioè Elite sport.
Cosa prova nel riguardare il video?
– Sono contento di come il filmato testimoni effettivamente l’accaduto. Perciò la verità è sotto gli occhi di tutti. La prima volta che ho guardato il video mi è venuta rabbia. Non per aver perso l’opportunità di vincere la maglia, ma perché potevo rimetterci la salute. Aggiungo solo che la mattina mi alzo per andare a lavoro. Siamo amatori. A me non interessa vincere a tutti i costi. Si tratta di un divertimento. Una semplice passione. Il professionista l’ho fatto in passato, dimostrando al pubblico le mie qualità atletiche.
Gli ultimi 150 metri era in rimonta su Valletta, è così?
– Si, come si vede dal video ero uscito forte dalla scia di Valletta. Con quella differenza di passo forse, gli avrei potuto dare mezza ruota al fotofinish.
Poi è stato costretto a tirare i freni e smettere di pedalare, giusto?
– Purtroppo dopo la gomitata ricevuta sul manubrio da parte di Cazzato, ho dovuto compiere un miracolo per non finire a terra.
Secondo lei si è trattato di un aiuto da parte di Cazzato a Valletta?
– Assolutamente si. I due si sono parlati a un giro dal termine. Ho sentito chiaramente Cazzato dire a Valletta di stare tranquillo. Da li mi sono accorto che qualcosa non sarebbe andato secondo i piani. Alla fine però ho solo pensato che Cazzato avrebbe tirato la volata a Valletta. In fondo i due sono amici e ci poteva anche stare. Ma non di dover subire una scorrettezza da cartellino rosso.
Tuttavia Valletta ce l’avrebbe fatta lo stesso a vincere?
– Chi può dirlo. Fatto sta che sono arrivato secondo.
Cosa le ha fatto più male di tutta questa triste storia?
– L’esaltazione oltre misura da parte di certi “atleti”.

Paolo Cosenza

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