Mosciano, capitan Bianchini: “Vogliamo la serie D”

bianchini_albertoMosciano. Finale persa con l’Anziolavinio e il sogno della promozione in serie D svanito sul più bello. Il capitano, Alberto Bianchini, 10 anni in prima squadra e da 13 a Mosciano, ha aperto i libri per preparare l’esame dell’università, ma con la testa è a lunedì, quando la società del Mosciano calcio deciderà se presentare o meno la domanda del ripescaggio.

I tifosi ci sperano, i giocatori anche e negli ultimi giorni, personalmente, hanno chiesto al sindaco e al presidente un nuovo piccolo sacrificio per giocare la prossima stagione in serie D. Diverse le ipotesi che circolano, ma le squadre ad essere ripescate dall’Eccellenza dovrebbero essere una ventina e il Mosciano, anche se venissero favorite le squadre retrocesse dalla D come il Morro D’Oro, potrebbe essere tra queste. Il sindaco Orazio Di Marcello ha garantito il pieno sostegno, cercando di trovare anche i finanziamenti per adeguare il campo al regolamento del campionato di Serie D. Il presidente Beccaceci dovrebbe fare l’ultimo sacrificio economico prima di passare la mano (probabile l’ingresso in società della famiglia Savini della Valle del Gran Sasso, difficile la possibilità di far entrare nella società Antonio Oliveri). Comunque vada una città intera spera e i giocatori si stanno impegnando in prima persona per tener ancora acceso il sogno Serie D. Abbiamo ascoltato Bianchini che ha precisato: “Vogliamo rimanere tutti in Serie D”.

Un grande stagione per il Mosciano, che da neopromossa è giunta all’ultimo atto degli spareggi nazionali. Il tuo bilancio?
“All’inizio dell’anno tutti pensavano ad una salvezza tranquilla, invece, siamo arrivati ad un passo dalla serie D. Io dopo la sconfitta nella prima giornata contro il Francavilla, nella quale mi sono infortunato, ho detto ai miei amici che il Mosciano era da play off e alla fine ho avuto ragione. Peccato che gli addetti ai lavori non ci hanno dato molta fiducia prima dei play off ”.

Tantissimi i meriti di una stagione ai vertici. Chi è stato più determinante?
“Sicuramente il mister (Gennaro Grillo, ndr) che oltre all’impostazione tecnico-tattica ha saputo creare un gruppo affiatatissimo. Lo spogliatoio è stato fondamentale. A livello tattico il mister ha indovinato il cambio di schema ad inizio anno, passando dal 3-4-3 al 3-5-2. Uno schema che ha permesso di dare più libertà agli uomini di maggiore fantasia come Francia e Rosi, sacrificando Fusco, sempre in movimento per spaccare le difese, e me che non mi ha fatto mai superare la linea di centrocampo (ride, ndr)”.

La società dovrebbe decidere lunedì se presentare la domanda del ripescaggio. Dovrebbero servire 20mila euro per la fideiussione, ma al 90% sareste ripescati, voi cosa vi augurate che accada?
“La squadra spera che tutti i sacrifici fatti siano valsi a qualcosa. Non presentare la domanda di ripescaggio sarebbe un’occasione persa. Speriamo che l’ottima stagione e l’entusiasmo creato spronino altri imprenditori a dare una mano al presidente. La prossima serie D con Teramo, Civitanovese, Campobasso, Sambenedettese, L’Aquila sarà una mini-serie C. Tutte squadre blasonate e vicine geograficamente che potrebbero garantire un grande incasso e poi mi piacerebbe battere di nuovo il Teramo, che sono due anni che, in pratica, ci toglie il primo posto”.

Dopo tanti anni a Mosciano tu che sei di Giulianova ti senti un po’ moscianese?
“Mi sento moscianese. È un paese fantastico, l’ambiente giusto per giocare a pallone. Tutti, o quasi, parlano di calcio ed abbiamo un tifo che in Eccellenza non ho mai visto. I nostri tifosi sono stati grandissimi sia a Pistoia che ad Anzio. Ricordo ancora le trasferte in Promozione, come a Civitella Roveto o Carsoli. In tanti sempre a sostenerci”.

In Serie D o in Eccellenza resterai sempre a Mosciano?

“Io sono prima tifoso che giocatore del Mosciano. Rimarrò in qualsiasi serie si giocherà ma ci deve essere un progetto serio”.


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