Lettera aperta al sindaco Pavone per le sue ‘promesse non mantenute’

Carissimo Enio Pavone, la nostra città, dopo averti eletto, aspetta, ancora, l’inizio del cambiamento.
I cittadini sanno bene che la finanza municipale non consente programmi ambiziosi, e contavano, almeno, sugli attesi interventi di ordinaria amministrazione.
Che non sono stati nemmeno avviati e che riepilogo qui di seguito:
la fine dell’incuria nella gestione dei beni pubblici, storici e culturali, quali la Fonte dell’Accolle, gli Antichi Percorsi, la Villa Clemente, i Caduti del Mare e il Ponte ciclopedonale sul Tordino, la messa in sicurezza delle strade, che si allagano ogni volta che piove, e dei marciapiedi a rischio infortunio, la regolazione dei semafori mal funzionanti, mal temporizzati e mai vigilati, che costringono pedoni e ciclisti a guardarsi tra loro per decidere insieme il momento meno rischioso per l’attraversamento, la condivisibile sistemazione del Mercato del giovedì e del Mercato coperto, la pulizia delle fioriere installate per abbellire e ridotte a ricettacoli di sporcizia, il ripristino delle aree pubbliche che continuano ad essere assoggettate ai privati pur dopo il periodo estivo, il controllo degli spazi riservati al carico e scarico che i beneficiati utilizzano come dominio personale senza limiti d’orario, ecc…, ecc…
E’ pur vero che gli stessi interventi erano stati pubblicizzati, e mai iniziati, dalle precedenti Amministrazioni di centrosinistra, ma tu, Assessore socialista alle Finanze fino al 2008, ne facevi parte.
E ricordo che nel mese di settembre 2005 facesti inviare dalla Ragioneria, tramite raccomandate A.R. recapitate dai messi comunali, 7.200 avvisi per il “recupero delle aree di evasione ICI”.
A tuo giudizio i rosetani erano tutti evasori!
Constatai invece, nei tre avvisi ricevuti il 27 settembre, che il Comune non aveva confrontato i dati catastali in suo possesso con quelli dell’Agenzia del Territorio, e non aveva nemmeno ottemperato alle disposizioni della stessa Agenzia, illustrate nella circolare n. 10 del 4 agosto 2005.
Negli avvisi facevano una certa impressione le parole “accertato e sussistenza”, e nella mia lettera del 14 ottobre 2005 ti spiegai che, “come si rileva dal vocabolario della lingua italiana, Accertare significa Appurare con certezza, assicurarsi, e Sussistenza vuol dire Esistenza reale ed attuale”.
E conclusi l’argomento con queste parole: “Come rosetano di nascita e residenza, e buon conoscitore della mia gente, posso assicurare che la stragrande maggioranza agisce onestamente e in assoluta buona fede”.
Le innumerevoli contestazioni ebbero grande risonanza, e anche Forza Italia, il tuo attuale alleato, reagì con un durissimo comunicato, nel quale si leggeva che “prima di inviare gli avvisi di accertamento per l’aggiornamento delle rendite catastali, il Comune aveva l’obbligo di accertare quali fossero i soggetti realmente interessati”.

Carissimo Sindaco liberalsocialista, la tua crociata contro i mulini a vento ti ha fatto conoscere a livello nazionale, e adesso, per accrescere la tua fama, hai iniziato la guerra contro la Riserva naturale Borsacchio.
Nel contempo, per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, sei andato nelle scuole a piantare gli alberi, ed hai pronunciato una frase che ti fa certamente onore: “Il nostro compito è quello di educare alla difesa ed alla tutela dell’ambiente. Questa ragione ci ha portato a coinvolgere i piccoli delle scuole elementari facendoli partecipare attivamente all’iniziativa”.
Avevi, però, il dovere istituzionale di ricordare, in quell’occasione, il senatore Giuseppe Devincenzi, rosetano d’adozione, che operò unitamente a Silvio Spaventa e Camillo Benso conte di Cavour, e accompagnò il Re Vittorio Emanuele II all’incontro di Teano con Giuseppe Garibaldi.
Più volte Ministro del Regno d’Italia, è stato uno dei protagonisti del Risorgimento italiano, e il suo Parco a Mare, ridenominato Mazzarosa, è tuttora, pur scelleratamente devastato, il cuore pulsante di quella Riserva che tu vuoi cementificare.
E quando, il 6 dicembre u.s. hai incontrato il Sindaco di Pineto, hai pronunciato un’altra frase memorabile: “Ambiente e tutela del territorio sono ormai questioni su cui gli enti locali sono chiamati a fare scelte importanti nel segno della qualità della vita di un territorio e di una collettività…”.
Naturalmente, ti sei perfino dimenticato che il tuo partito, chiamato allora Sdi (Socialisti democratici italiani), firmò, il 17 marzo 2006, il manifesto elettorale di Roseto Democratica, nel quale era riportato, a chiare lettere, che “entro l’area della Riserva non potrà esserci incremento dei volumi già esistenti”.
Il tuo ambientalismo, che semini a piene mani, è soltanto uno specchietto per le allodole, mentre, con la proposta di riperimetrazione dell’area protetta, vuoi favorire l’interesse dei singoli privati, anziché quello, preminente, della collettività.
Come l’estate della cicala, è finita, dopo sette mesi, anche la luna di miele, e l’inverno si preannuncia lungo e pieno d’insidie.

Franco Sbrolla

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