Settimana corta alla giuliese

Come insegnante che ha trascorso una vita nella scuola, non posso rinunciare a prendere posizione su una vicenda per me incomprensibile.

SETTIMANA CORTA ALLA GIULIESE
E? davvero un?idea singolare quella della settimana corta nella scuola dell?obbligo. Sarebbe interessante conoscere le ragioni didattiche che hanno suggerito un simile orientamento; certamente positivo per gli insegnanti, alleggeriti di una giornata di lavoro a spese di un carico d?orario maggiore sulle spalle di bambini di 6-10 anni e di adolescenti di 11-13.
Il Consiglio d?Istituto della De Amicis-Pagliaccetti, evidentemente molto sensibile verso i presunti diritti sindacali dei docenti, sembra non conoscere le esigenze degli alunni di quell?età: i piccoli non potranno rimandare al sabato il recupero dell?affaticamento vissuto nei giorni precedenti. Per loro la Scuola deve essere vissuta, quindi interpretata, come felice momento di scoperta, di crescita, di curiosità con relative risposte, di contentezza; non di affaticamento o di noia in attesa del suono della campanella. Ne va di mezzo il concetto stesso di ?scuola? nella psiche dei piccoli. Secondo la decisione del Consiglio d?Istituto, invece, sembra emergere una concezione della scuola molto simile al lavoro in fabbrica: se la permanenza nel plesso scolastico ? come si apprende dalla stampa – dovesse veramente protrarsi sino alle 16,50 benché una sola volta la settimana, ci sarebbe da domandarsi: ?per fare cosa??; per mangiare e sonnecchiare?
Il problema maggiore toccherebbe anche questa volta ai bambini della De Amicis: dopo il cosiddetto semaforo ?intelligente? in risposta ai gas di scarico (come non ridere e indignarsi?) respirati nelle giornate di primavera in caso di finestre aperte; dimenticati in uno stabile senza spazio verde da un Comune troppo preso dal problema ?manto in erba sintetica al Castrum? e dall?esigenza di un nuovo stadio in via Cupa, per poter pensare ad una sede idonea ad ospitare gli scolari di Giulianova Paese, oggi, ricevono da Ponzio Pilato l?interessamento al parere dell?autorità scolastica competente.
I genitori sono stati fin troppo comprensivi limitandosi a raccogliere 702 firme piuttosto che organizzare 702 azioni di protesta democratica. Bene hanno fatto, intanto, a ricorrere al Tar: è un?azione civile ammirevole. Ma potrebbe non bastare. Che cosa deciderebbe il Consiglio d?Istituto (in russo ?consiglio? si dice ?soviet?) se all?apertura dell?anno scolastico i genitori non portassero i loro figli a scuola per più di un giorno? O pretendessero l?iscrizione ad una scuola con ?settimana lunga?? Un figurone a livello nazionale! Se ritenuto utile agli alunni.

Eden Cibej 

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