Rivoluzione 5G a rischio? L’allarme delle telco europee

L’industria delle telecomunicazioni in Europa lancia l’allarme: senza l’introduzione di licenze d’uso più lunghe e con le regole ex ante per lo sharing la annunciata rivoluzione delle connessioni 5G rischia di fallire ancor prima di partire. Gli operatori del settore chiedono di dare priorità alla gestione dello spettro radio.

Un flop anticipato? La tecnologia 5G non è ancora decollata, ma senza correttivi a livello europeo rischia di fallire ancor prima del tempo; l’allarme arriva dall’industria Tlc del Vecchio Continente, con le associazioni degli operatori che hanno chiesto a Bruxelles una serie di interventi che potrebbero salvare le connessioni veloci.

Un punto morto? Nella fase in cui Parlamento Europeo e Stati membri stanno discutendo gli emendamenti della bozza European Electronic Communications Code, le principali associazioni del settore (Etno, che aggruppa le reti Tlc europee, e Gsma che invece unisce gli operatori mobili) temono che la spinta propulsiva verso la Gigabit Society si sia già impantanata a causa di discussioni infinite.

Gli operatori europei sono critici. Secondo le previsioni, il 5G dovrebbe avvantaggiare cittadini e imprese grazie alla connettività ultra veloce e a nuovi servizi innovativi. Per raggiungere questo obiettivo l’industria europea e la Commissione Ue hanno messo in campo un ambizioso piano che dovrebbe trovare realizzazione entro il 2020, come indicato nel “5G Action Plan” della Commissione europea e nel Manifesto del settore per l’implementazione veloce del 5G in Europa, dove vengono individuati anche i requisiti tecnologici e normativi generali. Un piano che dovrebbe trovare attuazione anche in Italia, dove intanto sembrano essersi mossi già i privati, come testimonia il caso di Eolo, operatore privato che sta implementando i suoi servizi e la propria offerta Internet grazie a una infrastrutturazione diffusa su tutto lo Stivale.

Dove intervenire. In questi documenti comunitari, inoltre, si individua nella riforma dello spettro la principale condizione per un tempestivo roll-out di nuove reti e servizi 5G. Inoltre, per attrarre investimenti si ritiene necessario puntare sulle politiche per la gestione dello spettro, identificate come uno dei principali driver a livello comunitario e posizionate in cima nel processo per il raggiungimento sia degli obiettivi europei 5G sia della Gigabit Society.

I limiti attuali. Eppure, secondo le associazioni di categoria al momento la questione è critica, perché è necessario accelerare affinché l’ambizione europea sia supportata in maniera concreta nelle scelte legislative. Il primo passo dovrebbe essere, secondo gli imprenditori, riconoscere l’importanza di una maggiore prevedibilità e chiarezza sulle licenze d’uso, che sono strumenti per incentivare gli investimenti continui nelle reti mobili, l’innovazione e la competitività dei mercati mobili competitivi. Solo così l’Europa può assecondare la “speranza” di diventare come front-runner del 5G.

Come raggiungere gli obiettivi. Nello specifico, Etno e Gsma invitano la Commissione Europea a mantenere o a rinforzare alcuni aspetti delle proposte in fase di discussione, ritenute un prerequisito fondamentale al raggiungimento finale degli obiettivi del Piano d’azione. Dal punto di vista concreto, la prima richiesta è quella di garantire maggiori certezze sui diritti d’uso delle frequenze; non meno prioritario sarà supportare proposte per il trading e il leasing delle frequenze, nonché la possibilità di consentire un approccio neutrale sullo spectrum sharing, considerata una assicurazione per allinearsi alle regole internazionali sui termini per le interferenze.

Uscire dallo stallo. Le proposte delle associazioni degli operatori telco proseguono con la richiesta di continuare a sostenere la libertà di concorrenza e differenziazione attraverso la condivisione volontaria e sotto le sole norme della concorrenza, senza ricorrere a misure regolamentari ex-ante. Solo così si potrebbe uscire dal “punto morto” in cui sono ricaduti i legislatori comunitari, a tutto discapito dei cittadini e delle imprese comunitarie, che rischiano di veder svanire anzitempo i benefici promessi dalla Gigabit Society.

 

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